Le cronache dell’estate 2016 continuano a presentare massacri; questa volta il fatto non è accaduto in Europa, come negli ultimi casi, ma in Giappone e precisamente a Sagamihara, una cittadina non distante dalla capitale, Tokyo. La nuova strage, che ha comportato l’uccisione di 19 persone ed il ferimento di altre 20, è stata opera di un uomo solo, armato di coltello, ed è accaduta all’interno del Tsukui Yamayuri Garden, un centro per disabili, dove il 26enne Satoshi Uematsu ha lavorato sino allo scorso mese di febbraio.
Il massacro è stato eseguito in piena notte, alle 2,30 ora giapponese, dopo che l’uomo era penetrato nel centro da una finestra, dopo aver rotto il vetro utilizzando un martello. Circa mezzora dopo il fatto, Satoshi Uematsu si è recato presso il locale ufficio della polizia e si è costituito, dichiarandosi colpevole della strage. Il centro si trova nella prefettura di Kanagawa, ed è frequentato da persone con handicap, che vengono sottoposte a attività di riabilitazione e ricreative.
Nella sua confessione ai poliziotti, l’uomo avrebbe ammesso, in tono abbastanza delirante di “voler liberare il mondo dagli disabili”. La polizia è ora all’opera sia per capire l’esatta dinamica del massacro che per comprendere quali siano i motivi che hanno portato Uematsu a compierla.
L’allarme è stato lanciato dalla casa di cura di Sagamihara mentre si stava svolgendo il massacro, la polizia è accorsa ma il responsabile era fuggito, salvo poi presentarsi e costituirsi. La struttura ospita attualmente circa 160 persone disabili. Secondo l’agenzia Kyodo, che cita delle fonti di sicurezza, Uematsu, al momento in cui si è consegnato alla polizia non aveva né il coltello della strage, né il martello con il quale aveva rotto il vetro per entrare. Il coltello è stato successivamente ritrovato nell’auto dell’uomo.
In Giappone il possesso di armi è regolato da leggi molto severe e quindi episodi come questo sono abbastanza rari, ma esistono comunque dei precedenti simili: nello scorso maggio un fan della pop star Mayu Tomita, che si era visto rifiutare un regalo, l’aveva accoltellata riducendola in fin di vita, e lo scorso anno, nel mese di marzo ci furono cinque morti, sempre a colpi di coltello.