Il 22 marzo è la #GiornataMondialeDellAcqua. Istituita nel 1993 dall’ONU, questa ricorrenza rappresenta un’occasione inedita per fare il punto sulla situazione idrica nel mondo ma soprattutto nel nostro Paese.
I dati sono allarmanti. Secondo gli esperti l’Italia è in piena emergenza idrica. I colpevoli? Una rete idrica obsoleta e la difficoltà di trattenere acqua piovana.
L’appello del Papa
Una situazione talmente complessa da spingere a un appello accorato anche il Papa che, nel corso dell’ultimo Angelus in Piazza San Pietro, ha invitato gli italiani a riflettere sul valore di quello che viene considerato l’oro blu. ″È fondamentale per una società civile″ ha detto il Pontefice ″assicurare l’accesso alle risorse idriche a tutti gli individui per garantire una vita degna di questo nome.″
L’emergenza in Italia
L’allarme arriva direttamente dai rappresentanti di Confagricoltura i quali hanno affermato che l’Italia ha la necessità di costruire nuovi rinvasi e di porre mano alla rete idrica nazionale talmente danneggiata da perdere ben il 42% di acqua potabile tra quella immessa e quella erogata. Trent’anni di abbandono iniziano a farsi sentire ed è quanto mai auspicabile che ci sia una seria e capillare ristrutturazione della rete nazionale.
A complicare ancora di più lo stato attuale delle cose, continuano dalla Coldiretti, è la siccità. Il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici hanno investito il Pianeta creando le premesse per una futura siccità che soltanto nel nostro Paese causerebbe, secondo le recenti stime, danni per un milione di euro l’anno.
L’Italia potrebbe in qualche modo difendersi ma le condizioni strutturali non lo permettono. Il nostro Paese infatti rimane comunque molto piovoso ma le strutture nazionali consentono di trattenere soltanto l’11% di acqua piovana. Il resto si perde, diventando inutilizzabile.
La #GiornataMondialeDellAcqua quindi è senza dubbio una ricorrenza mondiale utile per riflettere sull’importanza dell’oro blu nel mondo ma può diventare una preziosa occasione per effettuare una disamina critica e obiettiva su quanto lavoro ancora c’è da fare nel nostro Paese.