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Giorno del giudizio in Scozia, oggi il referendum che può fare la storia

Nel 1707 il regno di Scozia fu annesso a quello della Gran Bretagna, unificando così il territorio bretone. Oggi, a distanza di oltre trecento anni, il popolo scozzese deciderà se rimanere all’interno della Gran Bretagna o no, recandosi a votare il referendum più importante nella sua storia.

L’esito è appeso sul filo del rasoio in quanto gli schieramenti del si e del no sostanzialmente si equivalgono, anche se gli ultimi sondaggi danno leggermente in vantaggio il fronte del no (cioè coloro che vogliono rimanere con l’Inghilterra) che si attesterebbe al 52%, una soglia comunque troppo bassa per dare certezze al governo londinese, che in questi giorni, per bocca del primo ministro David Cameron, non ha nascosto una viva preoccupazione. Questa volta più che mai gli indecisi (circa il 10% degli elettori) saranno determinanti, e costituiranno quella forza in grado si spostare le sorti di un risultato dal quale non sarà più possibile tornare indietro. Sono quindi rivolti a loro gli ultimi appelli dei leader degli opposti schieramenti, che spronano gli elettori a colpi di slogan, tra i cui spicca il “Facciamolo” del leader indipendentista Alex Salmond, che in questi ultimi giorni si è rivolto agli Scozzesi con una lettera aperta ed ha girato in elicottero senza sosta da un capo all’altro del Paese, nel tentativo di convincere gli ultimi indecisi con dei veri e propri faccia a faccia.

Questo referendum è destinato a frantumare qualsiasi record di partecipazione, in quando l’affluenza è stimata attorno al 97%. Intanto l’Unione Europea trema, nella paura che il vento secessionista scozzese possa diffondersi in altre zone d’Europa a rischio secessione (Catalogna e paesi baschi su tutti). Comunque andrà, per il popolo scozzese quello di oggi sarà un appuntamento con la storia, una svolta epocale destinata a riscrivere le sorti del Regno Unito.

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