Dopo l’accordo tra il governo greco e i membri dell’Eurogruppo, il passaggio successivo per Tsipras era quello in Parlamento dove era necessario approvare il pacchetto di misure concordato.
Per il Premier ellenico si trattava di un passaggio difficile visto che molti esponenti del suo partito, Syriza, e degli alleati di governo avevano preannunciato voto contrario all’intesa. Il piano che Tsipras ha concordato è stato comunque approvato a larga maggioranza dal parlamento ellenico, con 229 parlamentari che hanno votato “si”, mentre 64 tra cui sia Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze dimessosi proprio alla vigilia del referendum, e Zoe Constantpoulou, presidente del parlamento, si sono opposti, e 6 sono stati gli astenuti.
Dei 64 voti contrari ben 40 appartengono al partito del Premier, che si è così spaccato, rendendo incertissimo il prosieguo del cammino di una legislatura che, per sopravvivere, sarà costretta a cercare alleanze trasversali.
In Parlamento si sono notati prima e dopo il voto molti volti tesi, ed il Premier ha tenuto a precisare di aver fatto una “scelta di responsabilità” tra le tre alternative che erano in discussione a Bruxelles, una delle quali era anche quella del fallimento.
Nel pacchetto di misure che è stato presentato da Tsipras i punti più importanti riguardano sia la riforma previdenziale, che prevede a partire dal 2022 lo stop alla possibilità di andare in pensione anticipatamente, l’aumento dell’IVA su alcuni prodotti come il latte, la pasta ed il pane, e lo stop alle agevolazioni fiscali che sono in vigore in questo momento per le isole, dove l’IVA è più bassa rispetto alla terraferma.
La tensione prima del voto non si avvertiva solo all’interno della camera ellenica, ma anche fuori; nei pressi di Piazza Syngtama si sono avuti diversi scontri tra manifestanti e polizia, con uomini incappucciati che hanno lanciato contro gli agenti delle bottiglie incendiarie, mentre da parte della polizia, che era intervenuta in tenuta anti-sommossa, in risposta sono stati effettuati lanci di lacrimogeni.
La protesta dei manifestanti era incentrata proprio sulle riforme e sull’austerità, che si ritiene l’Eurogruppo abbia imposto alla Grecia. I manifestanti erano numerosi, stimati dalle forze dell’ordine in circa 12.500, ed alla fine dei tafferugli, 40 persone sono state arrestate.
Dopo il voto favorevole, che è arrivato nella notte, nella mattinata di oggi, si è tenuta, alle 10.00, una “teleconferenza” tra i ministri delle Finanze di 19 paesi, nella quale si è proceduto a valutare se le misure adottate siano conformi a quanto concordato nelle riunioni di Bruxelles, cosa che comporterebbe lo sblocco della terza tanche di aiuti. I
lI primo argomento in discussione è quello del “prestito-ponte” dell’importo di 7 miliardi di euro, che oltre ai 19 paesi in teleconferenza, sarà sottoposto anche agli altri 9 che non hanno la “moneta unica”. Un via libera definitivo si potrebbe avere entro venerdì. Nella mattinata di oggi il voto positivo del parlamento greco ha permesso anche ad una andamento positivo di tutte le borse europee, con quella di Milano che nelle prime ora ha fatto registrare il più netto incremento. Ma anche Francoforte, Parigi, Londra e Madrid hanno fatto registrare dei rialzi e secondi gli esperti di borsa il trend positivo è destinato a continuare.
Ora la palla è di nuovo nelle mani si dell’Eurogruppo, che della Bce e dell’Fmi, con quest’ultima organizzazione che sembra la più decisa ad agire per una riduzione del debito della Grecia, che ha attualmente un rapporto pesantissimo con il PIL, pari al 177%, ma che potrebbe arrivare vicino alla soglia del 200% con il nuovo “prestito-ponte”. Per questo Cristine Lagarde, direttrice generale dell’Fmi, parla di una possibile ristrutturazione, in modo da consentire maggiore respiro al Paese, che ha dimostrato di volersi mettere al passo con quanto gli è stato richiesto. Una maggiore “comprensione” nei confronti della Grecia, nell’opinione della Lagarde, permetterebbe di continuare su una strada “sostenibile“. Prima della votazione in aula Tsipras aveva richiamato all’unità i membri del suo partito, minacciando anche le dimissioni, ma forse dopo il voto e l’appoggio che sta ricevendo sul piano internazionale sarà sufficiente un rimpasto per continuare a governare. Rimpasto che potrebbe verificarsi con l’entrata nel governo dei socialisti del Pasok, che hanno a disposizione 13 seggi, ed anche degli europeisti di To Panami, che porterebbero in dote i loro 17 seggi. Mentre i socialisti sembrano propensi a fare il passo verso Tsipras, che potrebbe dare alla segretaria del Pasok, Gennimata, il posto di ministro degli Esteri, c’è invece scarso appeal da parte di To Panami.
Comunque anche se il rimpasto non dovesse verificarsi, oppure non essere sufficiente per Tsipras, il ritorno alle urne per nuove votazioni non potrebbe accadere prima del prossimo autunno. Nel pomeriggio prima del voto, si era riunito il comitato centrale del partito del Premier, Syriza, per discutere dell’accordo. La discussione è stata molto accesa ed alla fine la proposta di accordo è stata bocciata a maggioranza con 109 voti contrari sui 201 presenti.