Hassan Yussef è uno dei maggiori leader di Hamas, organizzazione della quale è stato anche uno dei fondatori, ed è attualmente uno dei capi “dell’ala politica”. All’alba è stato arrestato a Beitunia con l’accusa di fomentare il terrorismo e di incitare all’attacco contro lo stato di Israele. Hassan Yussef era già stato incarcerato in precedenza ed era tornato in libertà nello scorso mese di giugno.
Il leader di Hamas in passato aveva anche ripudiato uno dei suoi figli, quando questi aveva dichiarato di aver collaborato con i servizi segreti israeliani, facendo anche arrestare il padre durante la seconda Intifada. L’esercito israeliano ha comunicato l’arresto di Hassan Youssef con una nota nella quale si precisa che il leader di Hamas è stato preso mentre si trovava all’interno della sua abitazione a Beitunia, località situata in Cisgiordania a sud-est di Ramallah.
L’operazione di arresto di Yussef è stata portata a termine nel corso di un blitz effettuato dallo Shin Bet. La comunicazione dell’esercito israeliano è arrivata dopo che a Gerusalemme e nei Territori si era registrata un’altra giornata di grande tensione, dovuta all’Intifada dei coltelli che ha preso il via nella scorsa settimana facendo diverse vittime tra la popolazione civile.
Ieri si era registrata anche una dichiarazione da parte di Fathi Hammad, uno dei leader di Hamas, nella quale si sosteneva che l’Intifada dei coltelli non avrà termine sino a quando non solo Gerusalemme, ma tutta la Palestina, non sarà stata completamente liberata. Hassan Youssef fa anche parte del parlamento palestinese e viene accusato di aver incoraggiato in pubblico il terrorismo. Secondo il portavoce dell’esercito, Peter Lerner “I leader di Hamas non possono pensare di far propaganda alla violenza ed al terrore standosene seduti nel loro salotto o dal pulpito delle loro moschee”.
La situazione che si è venuta a creare in Israele ha portato anche all’arrivo, a sorpresa, di Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, che avrà un colloquio con Benyamin Netanyahu e successivamente incontrerà anche Abu Mazen per cercare di ridurre gli attriti che si sono creati tra gli israeliani ed i palestinesi. L’esercito di Tel Aviv ha inoltre demolito la casa di Hebron di un palestinese, Maher al-Hashalmoun, che lo scorso anno si rese colpevole dell’uccisione di una donna un’israeliana, prima travolgendola con l’auto e poi colpendola ripetutamente con un coltello.