Si facciano avanti tutti i nostalgici della macchina da scrivere, ormai un lontano ricordo a causa del computer e dei programmi per scrivere. Si potrebbe pensare che siano pochi coloro a cui manca questo strumento che ha avuto lunga vita nelle redazioni dei giornali e non solo: ed invece un veloce sondaggio potrebbe portare in dote risultati sorprendenti: è infatti tutt’altro che esiguo il numero di coloro che sentono la mancanza del tipico ticchettio della macchina da scrivere. O, almeno, questo è quello che si è portati a pensare vedendo l’ottimo riscontro ottenuto da “Hemingwrite“, ovvero la macchina da scrivere del domani,
“il nuovo gadget per la scrittura digitale ma privo di tutte le tipiche distrazioni della composizione su computer”.
Ad un osservatore distratto questo gadget potrebbe risultare una regressione nel campo dell’innovazione, in considerazione che si è di fronte ad una sorta di “ibrido”, tecnologicamente parlando. Tuttavia parrebbe essere proprio questa caratteristica quella che ha suscitato l’interesse di molti, attratti da un design che richiama il passato ma che non per questo rinuncia alla comodità degli attuali metodi di scrittura.
Che questo oggetto guardi al passato lo si comprende fin dal nome che è stato scelto dagli sviluppatori, i quali hanno voluto omaggiare uno dei più grandi autori americani del secolo scorso. Il design è stato studiato e sviluppato avendo come scopo quello di ricreare uno strumento che potesse far sentire l’utilizzatore negli anni a cavallo tra il 1980 e il 1990 e si può dire che il lavoro svolto è stato ottimo.
Tuttavia, come detto, la tecnologia non manca. Quella che potrebbe definirsi una “macchina da scrivere 2.0” ha infatti un display che richiama da vicino quelli degli “e-book” e che consente di scrivere senza preoccuparsi troppo del sole. La tecnologia è presente anche sotto forma di una batteria, che consente una durata di questo gadget pari a sei settimane e che quindi eviterà agli utilizzatori di doversi affidare a batterie di grandi dimensioni e alle prese di corrente. Infine, ultimo aspetto prettamente tecnologico è la possibilità di connettersi ad internet: tuttavia tale funzione è utilizzabile solo per poter salvare ciò che si è scritto.
Insomma, se lo scrivere al pc vi porta via un sacco di tempo a causa delle distrazioni, quali la navigazione in Internet, i social network o lettura delle email, questo è il gadget che fa per voi, perchè vi darà modo di dedicarvi solo ed esclusivamente alla scrittura, lasciando fuori dalla porta tutto il resto. Se state già scalpitando per avere “Hemingwrite”, però, dovrete però armarvi di pazienza, visto che al momento questa macchina non è ancora un prodotto “finito”, ma un semplice prototipo frutto del lavoro e dell’impegno di un informatico americano e di un designer, anch’esso di nazionalità statunitense. Tuttavia, visto l’interesse che questa “macchina da scrivere 2.0”, la quale strizza contemporaneamente l’occhio al passato e al presente, ha suscitato nel web e nel mondo delle “start-up”, non è difficile prevedere che Adam Leeb e Patrick Paul, i due “papà” di questo prototipo, ricevano da qualche investitore i fondi per sviluppare il progetto.