Anche la città di Hiroshima ha ricordato e celebrato l’anniversario della bomba che gli Stati Uniti sganciarono sulla città giapponese esattamente settant’anni fa, mettendo così crudelmente fine alla Seconda Guerra Mondiale, uno dei conflitti più terribili e sanguinari nella storia dell’umanità.
Ancora oggi le conseguenze di quella drammatica giornata – il 6 agosto del 1945 – sono vive nella mente dei sopravvissuti, che sono quasi 200 mila e che, come rivelano la Croce Rossa e la Federazione internazionale della Mezzaluna rossa, dovranno fare i conti per tutta la vita non solo con il trauma subito, ma anche con le drammatiche conseguenze delle radiazioni sull’organismo. Ma questo destino non spetta solo a loro, perché sono migliaia le persone che ancora oggi si trovano a fare i conti con gli effetti delle radiazioni e con le malattie a esse connesse.
Per Shinzo Abe, premier nipponico che ha presenziato alla cerimonia, la missione per il futuro dell’umanità è una soltanto, ovvero.
“Garantire un mondo senza più armi nucleari.”
Non importa chi si a detenerle: le armi nucleari sono un pericolo per tutti, e a ricordarlo per sempre ci penserà l’immane tragedia che settant’anni fa colpì l’ignara cittadina giapponese di Hiroshima. Qualche giorno dopo la stessa sorte toccò a Nagasaki.
Erano le 8.15 del mattino del 6 agosto 1945 quando la bomba fu sganciata, per un giorno divenuto tristemente una sorta di spartiacque nella storia contemporanea, tracciando un limite ben preciso da non oltrepassare mai più – pena la stessa sopravvivenza dell’uomo –, la città giapponese si è letteralmente immobilizzata per un minuto di silenzio che ha visto la partecipazione anche di un centinaio di nazioni rappresentate al Memoriale della Pace, evento che ha visto coinvolto per la primissima volta anche un rappresentante del governo degli Stati Uniti, ovvero la sottosegretario Rose Gottemoeller, accompagnata da Caroline Kennedy, l’ambasciatrice americana in Giappone.
I dati riportati dalle federazioni internazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa sono drammatici nella loro asettica precisione: nel solo 2014, i due enti hanno trattato 4.657 sopravvissuti nella città di Hiroshima e 6.030 sopravvissuti a Nagasaki. Quasi i due terzi (ossia il 63%) delle morti causate a Hiroshima dai bombardamenti atomici sono da attribuire a varie forme di tumori. Sempre nel 2014, più della metà delle morti avvenute presso l’ospedale della Croce Rossa a Nagasaki (ossia il 56%) sono state causate da tumori.
Alle conseguenze concrete, traducibili in morti e malattie gravi, il bombardamento nucleare ha comportato uno shock psicologico non indifferente, che non condiziona soltanto i sopravvissuti – molti dei quali hanno visto il loro equilibrio psichico gravemente compromesso – ma anche le generazioni successive, le cui vicende umane risultano ugualmente compromesse, anche se in maniera indiretta.
“L’impatto catastrofico sulla salute dell’uso di armi nucleari su queste due città è onnipresente” ha dichiarato senza mezzi termini Peter Maurer, presidente della Croce Rossa internazionale. Ha poi aggiunto: “Quale argomento più convincente potrebbe esserci per la completa eliminazione di queste armi, tanto più che la maggior parte delle bombe nucleari presenti negli arsenali degli Stati sono oggi sono più potenti e distruttive?”.
Le bombe sono state sganciate a poca distanza dal Parco Memoriale della Pace di Hiroshima, dove annualmente avviene la celebrazione in ricordo dei morti e della devastazione causata dalla bomba. Alla cerimonia per i settant’anni erano presenti rappresentanti della diplomazia e dell’amministrazione di diversi Paesi come l’Inghilterra, la Francia e la Russia.
Dopo l’osservazione di un minuto di silenzio, Kazumi Matsui, attuale sindaco della cittadina, ha chiesto al Primo Ministro giapponese Shinzo Abe e ad altri colleghi di tutto il mondo, tra cui il presidente americano Barack Obama, che:
“Lavorino instancabilmente per ottenere un mondo libero dagli armamenti nucleari”.
Secondo Abe è dovere proprio e dei leader delle altre potenze internazionali lavorare affinché sia finalmente possibile un mondo:
“Libero dalle armi nucleari attraverso misure realistiche e pratiche”. Ha poi aggiunto: “Presenteremo una nuova risoluzione all’assemblea dell’Onu del prossimo autunno per l’eliminazione delle armi nucleari”.
Per raggiungere l’obiettivo, il premier nipponico ha assicurato che Tokyo continuerà a trattare con i Paesi che ancora detengono armi atomiche.