Sempre più di frequente su vari blog e siti web si torna a parlare della ” truffa del signoraggio “, un argomento sul quale si confrontano le posizioni più disparate.
C’è chi lo definisce letteralmente:
” un metodo con cui il sistema perpetua se stesso, e deruba i cittadini, incolpandoli nello stesso tempo di ogni nefandezza “
e chi lo ritiene, per altri versi,una bufala. Alcuni testi, mettono anche in relazione gli assassinii dei presidenti americani Lincoln e Kennedy con la loro intenzione di togliere alla Banca Centrale americana la possibilità di incassare il “signoraggio“. La definizione tecnica che si trova anche sulle pagine del sito della Banca d’Italia parla di:
” insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta”.
Sull’argomento fu addirittura presentata nel 2011 una interrogazione parlamentare dall’onorevole Antonio Di Pietro che prendeva spunto da studi del Procuratore Generale della Repubblica Bruno Tarquini e del Professor Giacinto Auriti . Il termine ” signoraggio ” risale all’antichità, quando gli Stati battevano moneta in metallo prezioso, e ne trattenevano una parte come spese di coniazione o diritto di zecca, garantendo nel contempo, con l’impressione dell’effige del sovrano, sia la purezza che il peso dei metalli preziosi, oro od argento, impiegati. Questi proventi servivano poi in larga parte a finanziare la spesa pubblica. Tale sistema, già in auge al tempo dei Romani, con Settimio Severo che dimezzò la quantità di argento presente nel ” denarius “, venne poi usato anche da Caracalla e da Giordano III autore forse della più grande svalutazione monetaria dell’epoca romana. Anche in età feudale, i Signori, che godevano di vari privilegi, tra i quali quello di battere moneta, usavano questo mezzo per ricavare una parte delle risorse necessarie per amministrare i loro possedimenti. Successivamente anche le signorie europee, a partire da Genova e Firenze, iniziarono a coniare le monete per conto proprio.
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Il sistema attuale, nato con la rivoluzione industriale, e consolidato nel XX° secolo ha portato al graduale abbandono del sistema fondati sui metalli preziosi, non più usati per le transazioni e gli scambi, a favore delle banconote.Ai giorni nostri in Italia e negli altri paesi appartenenti alla ” zona dell’Euro “, il reddito derivante dal signoraggio viene incassato dai vari Governi per quanto riguarda il conio delle monete metalliche e dalla BCE per quanto riguarda la stampa delle banconote. La stessa BCE provvede poi a distribuire queste entrate alle varie Banche nazionali degli stati membri ripartendoli in base allo loro quota di partecipazione alla Banca Centrale Europea ( 12,5% quella della Banca D’Italia ). Oggi da parte di alcuni studiosi di economia si imputa al signoraggio una dimensione ben oltre quella di una semplice tassa, affermando che il reddito monetario percepito da una Banca emittente è solo apparentemente la differenza tra la somma degli interessi percepiti sulla cartamoneta emessa e prestata ai vari Stati e il costo di carta, inchiostro e stampa effettivamente sostenuto per la stampa delle banconote.