Cronaca

Il mistero di Chieti si infittisce: escluso il suicidio di Marina Angrilli

La tragedia che ha colpito la città di Chieti alcuni giorni fa si infittisce di misteri. La prima versione data del suicidio di Marina Angrilli, 52 anni, che sembrava si fosse gettata volontariamente dal balcone della casa, che insieme al marito, affittava agli studenti, non ha mai convinto gli inquirenti.

Già le prime testimonianze affermavano che la donna non era sola in casa in quel momento, ma che con lei ci fosse anche Fausto Filippone, 49 anni. Sempre Filippone dopo aver visto il corpo della moglie riverso a terra, si è solo limitato a bofonchiare qualcosa, per poi sparire per andare a prendere la loro figlia di 10 anni, che era a casa degli zii.

L’uomo ha poi scaraventato la bambina giù dal ponte di Francavilla a Mare e si è suicidato dopo diverse ore di colloquio avuto con le forze dell’ordine e lo psicologo, giunti sul posto per cercare di convincerlo a non compiere l’insano gesto.
A nulla è valso qualsiasi intervento. Filippone si è comunque suicidato, mettendo fine alla sua vita e ai suoi presunti sensi di colpa.

Dall’autopsia svolta sul corpo di Marina non risulta che la donna sia stata colpita da dolori o da malesseri, presunte cause di una caduta accidentale dal balcone, né tanto sono stati trovati indizi di qualche colluttazione. Come spiega il medico legale che ha eseguito l’autopsia, i segni sul corpo della donna e la traiettoria che ha seguito il corpo dimostrano che ci si trova davanti ad una caduta improvvisa che fa pensare seriamente all’ipotesi di omicidio.

Anche il fatto che Fausto non abbia avuto nessun segno di cedimento davanti al corpo della donna riverso nel giardino, fa cadere le accuse su di lui; infatti a quanto risulta sempre dalle indagini e dai colloqui avuti con l’uomo sul cavalcavia, Fausto era particolarmente arrabbiato con la donna per qualche episodio risalente ai 15 mesi precedenti alla sciagura.