Lo Stato del Taiwan è stato vittima di un cataclisma che purtroppo è costato la vita a due persone: il tifone Dujuan ha devastato la città, creando diversi danni nelle varie zone. La città è rimasta senza corrente ed acqua per diverse ore: il forte vento e le piogge incessanti hanno colpito alcune centrali elettriche, mandandole in corto circuito. Il tifone è anche riuscito a devastare le case dei cittadini, distruggendone il tetto ed alcune parti. Le strade completamente allagate hanno fatto si che la viabilità fosse ridotta e divenisse quasi proibita proprio a causa del forte vento e delle piogge incessanti.
Due persone hanno perso la vita durante la tempesta, anche se le motivazioni per la quale è avvenuto questo tragico evento sono ancora sconosciute.
Sono invece sei le persone disperse, che non avendo seguito le notizie del meteo, sono uscite di casa incuranti della condizione climatica.
Oltre tre mila sono le persone che invece sono state fatte evacuare e si sono ritrovate costrette ad abbandonare la loro abitazione.
Queste persone si ritrovano, ancora oggi, nei centri di accoglienza, situati in zone lontane da quelle che rischiano maggiormente di esser vittima del tifone.
La zona circostante è stata anch’essa oggetto della furia del tifone, che ha causato frane di lieve e media entità, creando ulteriori disagi per quanto riguarda la viabilità stradale.
Per evitare delle situazioni tragiche, le ferrovie e le compagnie aeree hanno deciso di rimandare ogni tipo di viaggio.
Trecento invece sono le persone che sono rimaste ferite mentre il vento e la forte pioggia del tifone scendevano implacabili nella città di Taiwan.
La situazione ora sembra sia meno pericolosa, anche se lo stato d’allerta meteo è stato proclamato delle autorità competenti in materia.
Non è la prima volta che in Taiwan accade un fenomeno del genere, visto che nel mese di agosto un altro tifone aveva devastato la città ed aveva causato la morte di otto persone ed il ferimento di circa una centinaia di abitanti residenti nel centro della città.
