Le 183 persone condannate fanno tutti parte del gruppo dei Fratelli Musulmani, e la sentenza è relativa a quanto accadde durante gli scontri avvenuto nel mese di agosto di due anni fa, quando furono uccisi numerosi agenti della polizia egiziana. Per l’ex presidente Morsi arriva il quarto processo.
Nello stesso tempo, il Ministero dell’Interno egiziano ha reso noto l’arresto di un poliziotto con l’accusa di omicidio nei confronti di un membro dei Fratelli Musulmani che si trovava ricoverato in un ospedale cittadino, dove era piantonato.
L’assalto che ha causato la condanna è datato 14 agosto 2013; in quell’occasione, dopo che le forze dell’ordine avevano disperso i manifestanti che stavano effettuando un “sit-in” di protesta nel quartiere di Kerdasa (Giza), gli stessi manifestanti, dettero l’assalto contro un commissariato di polizia, provocando la morte di 11 poliziotto. Oltre ai 183 condannati, erano sotto processo altre due militanti che sono stati assolti dalle accuse, mentre un ragazzo minorenne è stato riconosciuto colpevole, ma condannato a 10 anni di carcere.
La sentenza emessa dalla Corte di Assise di Giza è di primo grado, e contro di essa può essere presentato appello. Una precedente condanna di massa, sempre contro appartenenti ai Fratelli Musulmani, era stata pronunciata nel marzo dello scorso anno, quando i condannati furono oltre 500, compreso il leader del gruppo, Mohamed Badi’. In questo caso, come per molti altri processi, molte condanne erano state emesse in “contumacia”, ed in seguito ribaltate nei processi di appello, con la rimozione, in un caso, del giudice che aveva proclamato la sentenza di condanna.
Intanto, secondo quanto è stato reso noto da France Presse, l’ex presidente Mohammed Morsi tornerà sotto processo a partire dal prossimo 15 febbraio. In questo che è il quarto processo subito, l’ex presidente dovrà difendersi dalle accuse a suo carico che riguardano lo “spionaggio” in favore dello stato del Qatar, ed il “rendimento”.
Negli altri processi a suo carico, Morsi è invece accusato, oltre che di spionaggio in favore di Hamas, anche di omicidi di alcuni manifestanti, e di evasione. In tutti i casi all’ex presidente, se riconosciuto colpevole, potrebbe essere applicata la condanna a morte. Nel nuovo processo, insieme a Morsi, sono sotto accusa altre persone tra i quali l’ex capo di gabinetto. L’ex segretario, ed altri otto esponenti del suo partito.