L’incubo rapimenti di ragazze da parte dei Boko Haram non si attenua. Solo venerdì scorso erano state annunciate delle trattative tra il gruppo islamista ed il governo per la liberazione delle 200 ragazze rapite nello scorso mese di aprile, ed ora è giunta la notizia, diffusa da Misna, una agenzia missionaria, che i miliziani di Boko Haram hanno rapito altre 60 ragazze da due località del nord-est della Nigeria.
A Waga Mangoro sono state rapite 40 ragazze, mentre le altre 20 sono del villaggio di Grata. I due centri abitati, si trovano a poca distanza l’uno dall’altro, nella regione nigeriana di Adamawa, che ormai da due mesi è controllata dai miliziani.
Secondo quanto si è appreso da fonti locali, a Waga si è registrato l’arrivo di almeno un centinaio di uomini di Boko Haram, che hanno sparato e successivamente dato alle fiamme negozi e case. Nella sparatoria due abitanti del villaggio sono rimasti uccisi, e subito dopo sono state rapite le ragazze. Il rapimento rappresenta un brusco stop nelle trattative per la liberazione delle altre 200 prigioniere che Boko Haram aveva sequestrato in un liceo del villaggio di Chibok.
I fondamentalisti avevano portato con loro le ragazze, e le avevano trasferite nella foresta che si trova vicino al confine con il Camerun. Nelle prime ore dopo il rapimento, alcune delle ragazze erano riuscite a fuggire dai loro sequestratori, ma delle altre non si sono avute più notizie.
Nel mese di maggio, Abubakar Shekau, leader del gruppo dei Boko Haram, pubblicò un video nel quale il suo gruppo rivendicava il rapimento delle studentesse, e precisava che le ragazze, dopo la loro conversione forzata all’Islam, sarebbero state vendute come schiave.
Oltre ai rapimenti, i miliziani islamisti di Boko Haram, hanno effettuato un attentato presso una stazione di autobus di Azare, che si trova in una regione dove gli attacchi degli islamisti sono ricorrenti. Un ordigno è esploso nelle vicinanze e si sono registrate almeno cinque vittime, oltre ad una decina di feriti, tra le persone che si trovavano sul posto al momento dell’attentato.
I miliziani islamici stanno inoltre tentando di infiltrasi in Camerun, nonostante il dispiegamento di forze effettuato dal paese africano, ed in un attacco della scorsa notte, 11 miliziani sono rimasti uccisi negli scontri contro l’esercito camerunense. La notizia è stata riferita da sito Koaci, che ha precisato che nelle file dell’esercito non si sono registrate vittime.
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