LA RITORSIONE DEGLI AGUZZINI – Negli ultimi mesi, i casi si susseguono uno dopo l’altro e l’indignazione di parte della società indiana comincia a montare nei confronti di un problema che le stesse autorità fanno fatica ad arginare.
Ancora una volta si registra un caso di violenza e ritorsione verso una giovane donna, ‘colpevole’, stando ai propri aggressori, di averli denunciati per lo stupro commesso su di lei tempo addietro.
La 17enne, originaria del Punjab, aveva trovato il coraggio di denunciare i tre uomini che l’avevano violentata ma questi, una volta fuori dal carcere grazie alla libertà provvisoria, hanno dato luogo a una spietata vendetta. Assieme ad altri tre amici hanno rintracciato la giovane che, dopo aver resistito a un secondo tentativo di violenza, è stata cosparsa di cherosene e data alle fiamme dai suoi aguzzini.
UNA PIAGA SOCIALE – La vittima, stando a quanto riportato dalla stampa locale, è arrivata in gravissime condizioni presso il centro ospedaliero di Ludhiana e presenterebbe delle profonde ustioni su circa il 75% del corpo. Oltre a questo, emerge un altro dettaglio macabro dall’intera vicenda: i tre uomini, secondo alcune fonti tutti originari della regione nord-orientale del Bihar, una volta scarcerati avrebbero deciso di formare una vera e propria banda, assoldando alcuni amici con i quali avrebbero pianificato l’atto criminale ai danni della 17enne.
Al momento, quattro dei sei partecipanti all’aggressione sono stati immediatamente rintracciati dalla polizia, mentre gli altri due risultano ancora introvabili. Nel frattempo, molte associazioni sono tornate in piazza per protestare contro il governo e i giudici: questi ultimi vengono considerati responsabili di non usare il pugno duro contro gli stupratori e di non porre un deciso freno a un fenomeno che sta prendendo sempre più piede nonostante la recente approvazione di una legge che prevede anche la pena di morte per questi casi.