Insegnanti italiani più poveri dei colleghi europei, potere d’acquisto sceso dell’8% in 5 anni
Con la crisi economica, in Italia il tasso di povertà è di una persona su quattro, con molti nuclei familiari costretti a mandare avanti la baracca con meno di 2.000 euro. In questo quadro, quindi, non c’è da stupirsi se la Commissione Europea, attraverso il portale sull’istruzione Eurydicea, sottolinei come gli insegnanti nostrani siano sempre più poveri e mal pagati.
Non deve sorprendere neppure che, nonostante dispongano di un proprio lavoro, in molti, se appartenenti a famiglie monoreddito, siano costretti a chiedere soldi alla famiglia di origine per arrivare a fine mese. Secondo il report di Eurydice gli insegnati delle scuole materne, elementari e medie d’Italia, dal 2009 al 2014 hanno perso l’8% del loro potere d’acquisto; inoltre i salari dei professori italiani sono rimasti quasi invariati anche se in Europa, invece, continuano a crescere. Una situazione nostrana che continua, infatti, a pagare il blocco del contratto, scaduto ben 5 anni fa, il congelamento degli scatti ed un centellinamento delle risorse da investire nelle attività aggiuntive, tale da disegnare un quadro di criticità senza precedenti nel nostro Paese. Gli stipendi italiani sono tra i più bassi d’Europa e sono molti gli insegnanti che devono inventarsi un nuovo lavoro per tirare avanti, per una situazione che, come mette in guardia Uil scuola, potrebbe perdurare sino al 2019 e destinata ad esplodere con le mini-pensioni, quando molti insegnanti che hanno meno di 50 anni, sono attesi da un trattamento pensionistico pari al 60/70% dell’ultima retribuzione.
Una situazione di estrema difficoltà nella quale i 148 mila precari attesi dall’assunzione, come promesso da Renzi, potrebbero essere destinati ad andare a rimpolpare le fila, già copiose, dei nuovi poveri, in un contesto in cui campare con il solo stipendio da docente appare, dati dell’Istat alla mano, pura utopia.
Per un nucleo familiare formato da 4 persone, a Milano occorrono più di 1.600 euro al mese mentre un professore di scuola media o superiore guadagna poco più di 1.400. Nel centro Italia occorrono almeno 1.442 euro al mese per non rientrare nella soglia della povertà e anche in questo caso un docente non raggiunge il “minimo sindacale”, arrestandosi a a qualche ventina di euro in meno. Solamente in una piccola realtà del Meridione, dove dovrebbero bastare 1.212 euro al mese, il salario di un insegnante appare sufficiente, anche se avanzare un paio di centinaio di euro sono ben pochi per poter fare piani e progetti e affrontare i possibili inconvenienti sempre dietro l’angolo.