Il filmato diffuso dall’Isis, nei giorni scorsi, tramite uno dei canali non ufficiali YouTube dell’organizzazione islamica, mostra le fasi di preparazione di un attacco suicida, mediante l’impiego di un mezzo carico di esplosivo, ai danni di una postazione curda del PKK. Tra il secondo 50 e il secondo 60 del fotogramma analizzato dall’intelligence italiana pare che uno dei miliziani coinvolti nella preparazione dell’attentato si rivolga al conducente del veicolo contente l’autobomba, utilizzando come lingua quella italiana. Pare dica al conducente: “yalla”, alternato alla parola italiana “piano”.
Il video per gli esperti del settore è con molta probabilità un filmato autentico, ciò che resta da comprendere è invece se si tratti realmente di un miliziano italiano. Le voci riportate nel video propagandistico infatti non possono essere ascoltate con assoluta chiarezza, in quanto la presenza di una traccia musicale ne disturba la nitidezza del suono, così come appare improbabile che l’uomo alla guida del veicolo possa ascoltare le indicazioni dell’altro miliziano.
Se le ulteriori indagini cui il video verrà sottoposto dovessero confermare i sospetti circa l’effettiva presenza di un miliziano che parla l’italiano all’interno delle fila dell’Isis, si confermerebbe la diffusione, tra i foreign fighters dell’organizzazione fondamentalista, anche di miliziani italiani. Come sottolinea il direttore di Globalist.it, autore della pubblicazione del video, Gianni Cipriani, si tratterebbe con molta probabilità di soggetti che hanno risieduto a lungo in Italia, ma non di persone native del Paese.
Del resto, l’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Interna hanno manifestato la loro preoccupazione per l’allarmante e crescente fenomeno di giovani disposti ad abbandonare il proprio Paese per raggiungere l’organizzazione dell’Isis in Siria e in Iraq, proponendo come rimedio un’operazione preventiva di controllo sui casi sospetti.