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Isis: partono i i raid francesi. L’italia si sfila e l’unica battaglia rimane quella tra Renzi e Salvini

L’Italia non aderisce alla linea dura dell’Europa contro l’Isis

L’Europa si è stufata, l’Italia a quanto pare no. Con questa sintetica frase si può riassumere la situazione attuale nei confronti del fondamentalismo islamico, quell’Isis che sta minacciando la sicurezza nazionale di molti paesi occidentali.

Il primo a sottolineare l’intenzione di voler perseguire una linea dura, senza tolleranza è il premier francese Hollande che, ha dato l’ordine al ministro della Difesa di iniziare la ricognizione di aerei in territorio siriano in modo da colpire, nel momento opportuno, punti strategici dello Stato Islamico. La vicenda siriana, infatti, ha tenuto banco nella sua conferenza semestrale all’Eliseo, nella quale l’inquilino dell’Eliseo ha sottolineato come sia volontà transalpina comprendere cosa si stia preparando contro la Francia e quali orrori si perpetrino ai danni della popolazione locale.
Le medesime operazioni sono state messe in atto dal governo iracheno, il quale ha iniziato ad utilizzare per la propria aviazione i caccia F-16, comprati dagli Stati Uniti per colpire i responsabili di questi continui crimini contro l’umanità

La linea italiana al momento, però appare orientata in tutt’altra direzione. Secondo quanto dichiarato dal premier Matteo Renzi a “Porta a Porta”, infatti, il nostro Paese non parteciperà a queste iniziative al vaglio di Francia e Gran Bretagna, ritenendole estemporanee e prive di una concreta utilità. Secondo il Presidente del Consiglio quello che servirebbe è  un progetto europeo condiviso e a lungo termine.
Un Renzi che è intervenuto anche sul tema dell’immigrazione, sottolineando come l’Italia non sia protagonista di alcuna invasione, per una situazione  – a sua detta- ancora sostenibile, ma cionondimeno è evidente che occorra agire perchè tale fenomeno venga in qualche modo arginato. Il Premier, dopo aver puntualizzato come la Comunità internazionale non abbia di certo “brillato” in Siria, esprime soddisfazione, però, per una presa di coscienza del problema in ambito europeo, sottolineando come:

«in Europa sta cambiando qualcosa. Quello che dicevamo solo noi ora lo dicono in molti».

Lungo poi il discorso riguardante la foto che ritrae il bambino siriano senza vita, per un’immagine, così come quelle delle vittime sul tir o sui barconi,  che Renzi non sa se sia servita a influenzare la pubblica opinione, ma che ha avuto il merito di risvegliare i politici del vecchio continente, impegnati a trasmettere un messaggio di ideali e libertà e non solo a dissertare di spread o economia e concludendo

“Non c’è il Pd contro la destra, ma gli umani contro le bestie”,

questa la frase che ha creato scalpore e non poche polemiche nello schieramento politico opposto a quello del leader di Palazzo Chigi.

Pronta e immediata la replica del segretario della Lega Nord Matteo Salvini:

“Un presidente del Consiglio che usa un bambino per la sua campagna elettorale è un verme”.

ritenendo squallido e strumentale l’accusare chi si limiti a richiedere regole certe.

Le polemiche sono poi proseguite con continui batti e risposta tra i due schieramenti politici.
Quel che è certo è che ormai le parole non bastano più, ora più che mai, è arrivato il momento di agire.

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