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Isis: troppo mezzi Toyota nei video, scatta l’indagine Usa

Nonostante lo scandalo mondiale che ha travolto il gruppo Volkswagen, suo principale concorrente in testa alle vendite di veicoli nel Pianeta, anche in casa Toyota non mancano i problemi.

Dopo Osama Bin Laden, pare che la multinazionale nipponica dovrà affrontare un nuovo problema con i terroristi islamici. La casa giapponese, naturalmente, non è direttamente coinvolta nei conflitti che si stanno svolgendo in Medio Oriente, ma collaborerà con gli USA. Il perché è presto detto: pare che l’ISIS nutra una preoccupante predilezione verso le sue automobili. La questione ha sollevato parecchi interrogativi, tanto da attivare il Dipartimento del Tesoro americano.

Le vetture del Sol Levante compaiono sempre più spesso nei video girati dall’ISIS: quello che stupisce è che si tratta di auto che sembrano appena uscite dal concessionario. Non si tratterebbe, dunque, del solito bottino di guerra.
La stranezza della situazione ha spinto gli apparati americani ad indagare: il Giappone, che ha negato di averli forniti direttamente, collaborerà con le forze antiterroristiche. L’obiettivo è capire come le auto siano finite nelle mani de gli uomini del Califfato.

Non è certo una di quelle pubblicità che rende fiere le aziende. Anche per questo motivo la Toyota sta cercando di andare in fondo alla questione: i danni d’immagine al brand potrebbero essere elevati. Soprattutto perché i modelli che compaiono nei video dell’ISIS sono immacolati e compaiono in filmati di miliziani non in una singola regione. L’uso della auto giapponesi avviene abitualmente in Libia, come in Siria, quanto in Iraq; la parata, ad esempio, per celebrare la conquista di Raqqa, città siriana  poi proclamata capitale del Califfato Islamico, ha visto più dei due terzi dei veicoli impiegati essere Toyota.
Secondo quanto dichiarato da Ed Lewis, direttore della comunicazione del rand nipponico a Washington, l’azienda non ha mai appoggiato in alcun modo gruppi terroristici o paramilitari, ma solo organizzazioni umanitarie, quali Croce Rossa o Nazioni Unite. Le automobili Toyota, dunque, potrebbero essere finite nelle mani dell’ISIS tramite intermediari non autorizzati. Oppure rubate.

I modelli che riscuotono più successo all’interno dell’organizzazione terroristica sono la Toyota Hilux ed il famoso fuoristrada Land Cruiser: centinaia di auto nuove appartenenti ai due modelli fanno costantemente bella mostra di sè nei video propagandistici sempre più professionalmente realizzati dagli integralisti. Non si tratta di una novità: la Hilux, ad esempio, era già stata l’auto prediletta da Osama Bin Laden, tanto da diventare molto diffusa ad al Qaida. Le vetture giapponesi furono presenti anche in entrambi gli schieramenti della guerra libico-ciadiana: il conflitto, negli anni ’80, prese addirittura il nome di Toyota War. Senza dimenticare l’uso che i Talebani fecero dei fuoristrada Toyota negli anni’90.

Attualmente la Toyota ha dichiarato di non essere in condizione di verificare le vendite ed i furti sul mercato mediorientale: la provenienza delle automobili nuove, trasformate in macchine da guerra dall’ISIS, rimane dunque un mistero. Il sospetto è che in Medio Oriente vi sia un enorme mercato nero di auto: lo confermerebbero alcuni dati sospetti sul boom e sul successivo calo di vendite di Hilux e Land Cruiser, nel giro di un solo anno.
La Toyota ha già segnalato il problema ai rivenditori mediorientali, nella speranza di impedire la vendita delle auto ai personaggi sospetti.

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