Il taglio dei parlamentari è legge. La Camera dei Deputati ha approvato ieri la riforma costituzionale a larga maggioranza, con 553 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti. Si tratta di un traguardo storico, che vede in prima linea il Movimento 5 Stelle, il quale ha combattuto a lungo per una riduzione dei parlamentari delle due Camere di Montecitorio e Palazzo Madama. Il numero dei deputati scenderà così da 630 a 400, mentre quello dei senatori da 315 a 200. L’obiettivo è non soltanto di rendere il Parlamento italiano più efficiente ma anche quello di diminuire la distanza esistente oggi tra le istituzioni e i cittadini.
Il taglio dei parlamentari è realtà, esulta il Movimento 5 Stelle
Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha parlato apertamente di riforma storica, sottolineando come il taglio dei parlamentari debba essere considerato una vittoria dei cittadini, i quali hanno a lungo chiesto un Parlamento più snello ed efficiente, che sappia affrontare i problemi del Paese. Non nasconde una certa emozione nemmeno Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, affermando che il Movimento 5 Stelle ha appena contribuito a scrivere una bellissima pagina di democrazia. Fraccaro ha inoltre aggiunto che da oggi inizia una nuova stagione politica, chiarendo come al centro ci siano i cittadini e non più i parlamentari.
Pd, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia votano a favore del provvedimento
Il largo consenso ottenuto dalla riforma costituzione del taglio dei parlamentari è stato reso possibile grazie all’adesione non soltanto del Movimento 5 Stelle ma anche di tutte le altre principali forze politiche. A partire dal Partito democratico, che nelle ultime votazioni si era invece espresso contro il taglio dei parlamentari. A seguire la Lega, che ha sottolineato la sua coerenza a differenza del tradimento perpetrato da Pd e M5S. Parla invece di primo passo doveroso per un avvicinamento con la popolazione Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia ricorda ai 5 Stelle che furono loro nel 2005 a proporre per primi il taglio degli onorevoli di Camera e Senato.