La JPMorgan, considerata la più grande banca americana, è stata colpita da un attacco di pirateria informatica di enorme vastità. Sarebbero in totale oltre 80 milioni i conti correnti interessati, intorno ai 76 milioni quelli dei consumatori e circa 7 milioni quelli di piccole imprese. Sarebbero stati trafugati nomi, cognomi, indirizzi, indirizzi e-mail e numeri di telefono di una grossa fetta della popolazione americana.
Tutti dati che non possono in alcun modo mettere a repentaglio la sicurezza dei conti bancari, ha tenuto a precisare la banca, che ha anche comunicato ai clienti interessati dall’attacco di non procedere nemmeno alla sostituzione delle proprie password e credenziali d’accesso.
Resta comunque sconcertante come la pirateria informatica sia stata in grado di piegare uno dei giganti di Wall Street. Il punto di domanda ora è il seguente: qual è lo scopo di tale attacco se, come riscontrato dalla banca stessa, non ci sono stati prelievi sospetti di somme di denaro, né alcun tipo di truffa?
A tal proposito sono diverse le ipotesi che stanno venendo fuori tra gli esperti del settore, tra cui quella che non si tratti di semplici pirati informatici, ma che dietro ci possa essere qualcosa di molto più grande, che potrebbe coinvolgere anche dei governi.
Tra le varie ipotesi spunta anche quella del prestigioso New York Times che vedrebbe dei legami tra i responsabili della pirateria e l’Italia.