Il video diffuso dall’Isis, in cui il giornalista britannico John Cantlie fa propaganda a favore del Califfato, è destinato a suscitare polemiche: da una parte vi sono coloro che parlano di smacco ai mezzi d’informazione occidentale e che affermano come sicuramente il giornalista sia stato costretto a girare questo video, dall’altra vi è chi invece ritiene che Cantlie abbia deciso di fare propria la causa dell’Isis e che quindi abbia deciso di mettere al servizio del Califfato la propria professionalità.
Il video diffuso su Internet dura poco meno di 10 minuti ed è stato girato a Mosul. Il giornalista si è mostrato in video con un aspetto diverso rispetto a quello dei video precedenti: vestito con cura, con la barba fatta e con l’aria tranquilla. La città viene da lui descritta come tranquilla da quando l’Isis ne ha preso il controllo. Mosul, insieme a Kobane, è secondo gli analisti la roccaforte dei terroristi islamici del Califfato e la conquista di Mosul avrebbe dato loro modo di far propri gli ingenti profitti derivanti dal petrolio.
Il “reportage” del giornalista britannico si apre con l’indicazione della città in cui si trova. Quindi Cantlie ha attaccato i media occidentali affermando che non è vero che quello vigente a Mosul è “un regime di tipo totalitario” ma che, al contrario, la vita va avanti tranquillamente e le persone possono girare senza problemi.
Il giornalista viene poi ripreso alla guida di un’auto e afferma che Mosul è una città dove “i sunniti sono liberi di girare per la strada”. Quindi Cantlie è stato ripreso in un suk, dove a suo dire “è possibile trovare tutto quello che serve”.
Quindi il giornalista, ostaggio da più di un anno, ha descritto quella che è la sanità a Mosul. Giunto nell’ospedale più importante della città ha portato la telecamera dentro il reparto dove vengono curati i bambini “vittime di guerra” e ha fatto presente che “l’elettricità c’è 24 ore su 24, al contrario di quanto dicono i media occidentali”.
Negli ultimi minuti del “reportage”, Cantlie si è fatto riprendere alla guida di una moto di un poliziotto, un modo per smentire le notizie secondo le quali a Mosul le forze dell’ordine sono scomparse.
Il video si conclude con il giornalista britannico che ironizza rivolgendosi ad un drone della coalizione che sorvola la città: un’altra immagine che darà adito a polemiche.