La città siriana di Kobane, divenuta il simbolo della lotta tra i Curdi ed i guerrieri dell’Isis, ha visto i miliziani dello Stato Islamico rientrare dopo aspri scontri nei giorni scorsi.
La notizia è stata diffusa dalla Bbc, che ha citato come fonte l’Osservatorio per i diritti umani. Nello scorso mese di Gennaio, dopo altri violenti combattimenti, ed un assedio che era durato circa 4 mesi, la città era stata conquistata dalle truppe curde, dopo che i miliziani dell’Isis erano stati attaccati anche con alcuni raid aerei dalle forze della coalizione internazionale. L’Isis, che ritiene la città uno snodo molto importante nella sua strategia militare, ha portato un nuovo attacco, distribuito su tre fronti, usando anche delle autobombe. Le notizie sono al momento frammentarie e non si conosce nemmeno il numero delle vittime degli scontri e dei feriti.
Un medico della città siriana, Welat Omer, ha dichiarato di aver soccorso circa 70 persone, tra i quali ci sono anche molte donne e bambini. Relativamente a questa notizia, c’è stata anche una presa di posizione della Siria, la quale ha comunicato che i miliziani dell’Isis che hanno attaccato Kobane, sono entrati in territorio siriano attraversando il confine con la Turchia.
Oltre all’attacco contro Kobane le forze dell’Isis hanno puntato anche su un’altra città siriana, Hasaka, che sinora è stata sotto il controllo delle truppe di Assad. I miliziani hanno annunciato di essere riusciti a conquistare due sobborghi della città, mentre le fonti governative hanno subito smentito la notizia. Le azioni dell’Isis contro varie città, tutte nel nordest della Siria, fanno presagire un più vasto attacco dei miliziani, che oltre a conquistare le posizioni recentemente perdute vogliono conquistarne altre. Il tutto mentre la comunità internazionale, in altre circostanze lesta nell’intervenire anche discutibilmente, in questo caso rimane a guadare in attesa di chissà quale segnale..