La Corte d’Appello conferma i 20 anni a Kabobo: riconosciuto solo un ‘parziale vizio di mente’ all’uomo
ACCOLTE LE RICHIESTE DEL SOSTITUTO PROCURATORE – È stata confermata la pena inflitta in primo grado ad Adam Kabobo: il 33enne di nazionalità ghanese si rese protagonista, l’11 maggio del 2013, del massacro di tre passanti a colpi di piccone per le vie del quartiere Niguarda di Milano.
La Corte d’Assise d’Appello del capoluogo lombardo, infatti, ha stabilito che saranno venti gli anni di detenzione per l’uomo, a cui si andranno poi ad aggiungere altri tre anni quale “misura di sicurezza”, una volta espiata la pena. In questo modo viene confermata la sentenza di primo grado e sono state accolte “in toto” le richieste di Carmen Manfreda, sostituto procuratore generale: tuttavia, la Corte ha ritenuto opportuno riconoscere anche un “vizio parziale di mente” a Kabobo, per il quale la difesa chiedeva invece l’incapacità assoluta di intendere e di volere, come già accaduto nel precedente grado di giudizio.
LE REAZIONI DELLE PARTI – Dopo la lettura della sentenza, i parenti delle tre vittime (Ermanno Masini, Daniele Carella e Alessandro Carolè), tutti presenti in aula, hanno rivelato che si aspettavano qualcosa in più, ma di accettare comunque la decisione: a loro i giudici hanno riconosciuto anche tutte le provvisionali e il risarcimento già concesso in primo grado alle parti civili.
I difensori di Adam Kabobo, invece, non hanno visto accolte le proprie tesi difensive circa l’incapacità di intendere e volere del proprio assistito e, per adesso, si sono trincerati dietro un laconico commento:
“Aspetteremo prima le motivazioni della sentenza: solo allora sceglieremo se ricorrere anche in Cassazione”.
Per Kabobo all’orizzonte c’è ora la ripresa dell’udienza preliminare (fissata per il 10 febbraio prossimo) nella quale è accusato di duplice tentato omicidio per aver aggredito altre due persone nel corso della tragica mattinata del maggio 2013.