Dietro la crisi che sta sconvolgendo il Pianeta dal 2008 come dietro tutti gli avvenimenti principali della storia contemporanea esiste, per sempre più persone, un disegno complessivo che punta alla creazione di un Governo mondiale gestito e dominato dal potere del sistema bancario.
Un sistema che deriva il suo potere dalla possibilità di creare denaro, un denaro inesistente e virtuale che viene denominato credito e che drena le ricchezze mondiali attraverso il meccanismo del pagamento dell’interesse.
Un sistema che ha consentito alle Banche di accumulare ricchezze stratosferiche, affondando nei debiti l’intera economia mondiale. Questa ricchezza è stata usata negli anni per acquisire e controllare mezzi di produzione e di informazione, oltre che per controllare il potere politico.
Le grandi famiglie che detengono il potere bancario sarebbero quindi padrone di tutto e celerebbero il loro reale potere dietro a uomini e organizzazioni che gestiscono il potere per loro conto. E’ il caso emblematico dei Rothschild che negli anni avrebbero accreditato il loro declino per potere operare nell’ombra nell’ambito di una ristrettissima élite
Sono le Banche a creare le crisi economiche con il meccanismo della creazione del credito: la domanda di beni non crolla da sola ma è il sistema bancario che, nell’ottica di un secondo fine, provoca il crollo restringendo l’afflusso di denaro nel sistema economico e alzando i tassi d’interesse, così creando per le stesse un duplice vantaggio: l’incasso di interessi maggiori da un lato e dall’altro le difficoltà di persone ed imprese a pagare il debito in una situazione di crisi con il risultato finale di perdere le proprie ricchezze a vantaggio ancora una volta delle banche medesime. Già la Grande Crisi scoppiata nel 29′ obbedì a queste logiche e non fu solo frutto del ciclo economico: semplicemente le Banche diedero una forte stretta al credito. In un quadro di disoccupazione e fame i Governi trovarono in quegli anni i soldi per finanziare lo sforzo bellico della seconda guerra mondiale: furono ancora le Banche a renderlo possibile creando il denaro necessario a sostenere l’armamento di Stati Uniti, Germania e Giappone; questo perché la guerra è funzionale al loro sistema di potere. E’ falso che l’uscita della depressione fu dovuta al “Nuovo Corso” di Roosevelt: in realtà le banche avevano ripreso a pompare denaro nel sistema.
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La povertà e la ricchezza, il boom e il declino dell’economia sono orchestrati dalla Commissione Bancaria Internazionale, fondata nel 72, con sede a Ginevra e gestita da tredici persone rappresentanti l’élite bancaria mondiale, i quali agiscono al si sopra della politica.
Il problema centrale è costituito dall’applicazione degli interessi sul credito. Il denaro dovrebbe essere usato solo come mezzo di scambio, mentre l’interesse è la ragione dell’enorme divaricazione tra i ricchi e i poveri, i quali con difficoltà possono acquistare una casa per il fatto di doverla ripagare alla Banca con l’aggravio dell’interesse.
Dovrebbe essere lo Stato a stampare e mettere in circolazione la moneta necessaria agli scambi, a prestarli alla popolazione senza interesse rifacendosi dei costi con una tassa: una soluzione ottimale che non può essere raggiunta perché l’intera classe politica è manipolata dal potere finanziaro.
Come efficacemente descritto dal pastore Shelon Emery, gli Stati Uniti, rinunciando a creare autonomamente denaro “costituzionale”, ogni volta che hanno bisogno di liquidità la devono chiedere in prestito alla Federal Reserve, un’organizzazione privata e costituita dalle Banche che concede, in cambio di buoni del tesoro, un prestito gravato da interessi che poi devono essere ripagati dai cittadini con le tasse. Con questo sistema gli statunitensi hanno cumulato dei debiti nei confronti dei banchieri per un miliardo di miliardi di dollari sui quali rimborsare interessi per 100 miliardi all’anno. I buoni del tesoro incassati permettono inoltre alla Federal Reserve di arricchire la propria riserva al fine di creare nuovo credito per un ammontare molto maggiore del valore dei buoni.
Il Congresso non emette denaro costituzionale dal 1863: da allora la creazione del denaro è stata demandata alle banche con il risultato che progressivamente negli anni il debito dei cittadini statunitensi è arrivato a sfondare la quota del miliardo di miliardi mentre nel 1910 era di un solo miliardo di dollari. Lo stesso può dirsi per il Regno Unito.
Esemplificativo del potere delle Banche è la loro capacità di infiltrarsi e impossessarsi nelle grandi società multinazionali.
Queste società ogni anno producono profitti pari al 2% del fatturato, ma hanno necessità costante di nuovi investimenti in misura doppia dei profitti. Per fare questo devono chiedere l’intervento delle Banche che così entrano nei Consigli di amministrazione.
Le banche possono però anche decidere di rifiutare il prestito per fare crollare un titolo in borsa e successivamente rastrellare azioni fino ad assumere il controllo dell’azienda. Acquisito il potere nella società, i prestiti verso di essa vengono sbloccati e con essi il valore delle azioni riprende a salire arricchendo le banche stesse. Il tutto nel silenzio dei media ormai direttamente controllati.
La soluzione a tutto questo sarebbe semplicemente l’abolizione dell’interesse, ma chi in qualche modo pensò a fare circolare denaro privo di interesse, Lincoln prima e Kennedy poi, fu fatto ammazzare.