Il cronovisore è un apparecchio in grado di captare suoni e immagini del passato, la sua descrizione fu fatta, per la prima volta, nel racconto Il cronoscopio, di Isaac Asimov che ne descrisse modello e funzionalità avvallando l’immaginazione collettiva.
I più conoscono questa tecnologia per l’invenzione, almeno presumibile, di Padre Pellegrino Ernetti che, negli anni settanta, secondo quanto le storie fanno risalire, brevettò ed inventò un apparecchio innovativo del quale però non si è mai vista prova concreta. Pellegrino Ernetti era un monaco benedettino molto conosciuto come esperto di musica, filosofo, fisico, elettronico ed esorcista.
La rivelazione della suddetta invenzione fu fatta dallo stesso ecclesiastico, nel corso di un’intervista, nella quale lo stesso definiva la sua invenzione come una macchina del tempo. All’apparecchio collaborarono diversi scienziati, molti dei quali non furono mai rivelati. Gli unici di cui si ha diretta conferma sono Enrico Fermi e del “mago dei razzi” Wernher von Braun.
L’apparecchio funzionerebbe mediante delle energie, ovvero tracce lasciate dagli uomini nell’atmosfera anche dopo la morte. Queste tracce divengono energia visiva e sonora, con la possibilità di essere poi captate.
Nell’intervista egli stesso affermò: «L’intera elaborazione si basa su un principio di fisica accettato da tutti, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipotenti, quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse stesse energia.»
In particolare va notato come il principio di funzionamento dell’apparecchio altro non è che una messa in opera della tesi di Albert Einstein in particolare in merito alle teorie relativistiche.
Pur non esistendo fonti attendibili, materiali o scritte, inerenti tale costruzione, il cronovisore è divenuto centro nevralgico di molte storie e leggende. Una di queste vuole che l’apparecchio sia a tutt’oggi custodito nelle segrete del Vaticano. Ovviamente la Chiesa non ha mai fornito alcun riscontro, pertanto l’esistenza del cronovisore resta celata nel più totale mistero.