A questo serbatoio, ormai da tempo, attingono a piene mani gli uomini della National Security Agency, importante e potente settore dei servizi segreti degli USA.
Lo rivela la pubblicazione scientifica “New Scientist”, che ha pubblicato alcuni rapporti redatti dal Dipartimento di Stato e da alcune società nell’orbita dei servizi di sicurezza circa le reali finalità del monitoraggio della rete.
Ne scaturisce uno scenario inquietante che non si discosta molto dal progetto “Total Information Awareness” (TIA), ufficialmente abbandonato da anni dal Pentagono ma nella realtà sempre assai attuale.
Le finalità della NSA sono piuttosto chiare: sovrapporre i dati dei database delle telecomunicazioni con le informazioni di carattere commerciale e finanziario che già permettono agli 007 americani di possedere voluminosi dossier su soggetti ritenuti di interesse. A tale scopo ora i servizi segreti possono attingere numerose notizie scambiate dai frequentatori dei social network.
Il web è infatti una vera e propria miniera di dati personali contenuti, scambiati e trattati nei più disparati siti, in chat e network di ogni genere, facilmente incrociabili con altre informazioni già in possesso delle autorità.
Negli States del dopo 11 settembre, dove trova ampia applicazione il sistema di sorveglianza ed intercettazione satellitare “Echelon”, è facile immaginare che tali attività godano facilmente dell’avallo del potere politico.
Secondo il New Scientist, l’NSA tende ad intercettare la rete approfittando del fatto che il raggio delle telecomunicazioni è relativamente limitato. Si possono pertanto tracciare i contatti tra individui e gruppi, verificarne la frequenza e, come in un ideale rompicapo, ricostruire delle reti che conducano ad eventuali organizzazioni criminali o eversive.
L’evoluzione di tali attività comporta però non trascurabili rischi di invasione della sfera privata degli utilizzatori del web, che potranno essere catalogati ad esempio per la loro religione, i gusti personali, l’orientamento sessuale e numerose altri dati personali in base ad informazioni scambiate in rete.
L’utilizzo di tali notizie da parte dei servizi segreti, integrandole con altre già in loro possesso, rappresenta di fatto la realizzazione del progetto originale dell’Ammiraglio Poindexter, ufficialmente bloccato dal Congresso ma in realtà costantemente seguito nel corso degli anni.
A conferma del forte interesse della NSA verso le nuove frontiere della rete, la rivista scientifica statunitense allega un documento con il quale alcuni ricercatori mostrano le modalità con le quali si possono sovrapporre le informazioni dei database con quelle dei social network. Una relazione piuttosto allarmante, anche perchè lo studio è supportato economicamente da un’agenzia legata alla NSA.
Secondo quanto asserito da uno degli esperti autori dello studio, l’utilizzo di tali sistemi consente di individuare con grande semplicità eventuali legami tra individui.
Le ricerche effettuate hanno infatti già consentito di provare connessioni che un tempo non sarebbero mai state individuate.
La conclusione tanto scontata quanto allarmistica della rivista scientifica è quella che proprio nella nuova era dell’internet di Web 2.0, gli utenti della rete devono necessariamente compiere un passo indietro, evitando di divulgare dati personali ed informazioni sensibili.
A conferma della notizie pubblicate dal New Scientist, il mensile americano Wired USA ha pubblicato nel mese di marzo un reportage se possibile ancor più inquietante.
Stando alle notizie riportate dal giornalista James Bramford, infatti, la NSA sarà presto in grado di mettere a punto un super computer che potrà monitorare ed immagazzinare i dati di ogni applicazione collegata al web. Un sistema che, a partire dal 2013, potrà controllare ogni contatto con la rete. In sostanza tutte le attività di ogni cittadino saranno soggette ad un controllo totale che comprenderà conversazioni telefoniche, transazioni economiche digitali, mail, utilizzo di elettrodomestici e, soprattutto, attività sulla rete come ad esempio le ricerche esperite sui motori di ricerca.