Un proverbio finlandese recita che se non è possibile curare una persona con la sauna, allora non vi è altro rimedio alla morte. La sauna in Finlandia era chiamata la “farmacia dei poveri”, basta pensare alle 3 milioni di saune su 5 milioni di abitanti, con quasi una sauna pro capite.
La principale conseguenza fisiologica dell’utilizzo della sauna è la vasodilatazione, con il conseguente aumento del battito e della frequenza cardiaca e l’incremento della sudorazione, condizione raggiunta mantenendo i muscoli rilassati, dato che non si fa attività sportiva.
Il popolo finlandese attribuisce proprio alla sauna il segreto della sua forza e longevità. Gli scienziati lo stanno verificando.
Lo studio, è stato condotto su 2315 uomini finlandesi, tutti di età compresa tra i 42 e i 60 anni, reclutati a metà degli anni ottanta. Il primo follow up condotto più di vent’anni fa, ha confermato che la sauna costituisce un fattore di protezione in grado di preservare l’essere umano dalla morte per malattie cardiovascolari.
Seppur in secondo piano, anche l’Italia ha partecipato attivamente alle ricerche. Francesco Zaccardi, della Scuola di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Il team ha scoperto che per chi fa abitualmente la sauna, il rischio di morte improvvisa per patologie cardiocircolatorie è basso. Precisamente, tale rischio si riduce del 22% con 2 o 3 sedute in una settimana. Addirittura io rischio si riduce del 63% se il numero di sedute sale a 7.
Persino il rischio di malattie scende rispettivamente del 23% e del 50%.
Del gruppo di uomini esaminati, solo 12 facevano la sauna sporadicamente, mentre gli altri uomini si dedicavano alla sauna almeno 3 volte a settimana. Quindi i ricercatori hanno dichiarato che la sauna funziona, se fatta regolarmente.
Ma attenzione anche la durata della sauna conta: per chi rimaneva più di 11 minuti nella sauna, il rischio di morte improvvisa diminuiva del 7 %.