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Legge origini: ok della Camera al diritto per i figli adottati di avere informazioni sulla propria madre naturale

Il Parlamento italiano (in particolare il ramo della Camera) in queste settimane ha approvato un provvedimento che ha suscitato un grande dibattito, e ha diviso in due la pubblica opinione: si tratta della legge sulle origini.

In particolare viene stabilito che il figlio non riconosciuto dalla propria madre potrà chiedere informazioni sui genitori biologici, una volta raggiunta la maggiore età. Questa possibilità potrà esserci anche nei casi in cui la madre abbia deciso all’epoca di mantenere il suo anonimato. Avere informazioni sull’identità della propria madre, tuttavia non consente al figlio di accedere ai diritti patrimoniali oppure ad altri diritti di natura successoria. La richiesta al Tribunale può essere esercitata sia da coloro che al momento della nascita non sono stati riconosciuti, sia da coloro che sono stati adottati da altre persone.
Una volta allertato, il Tribunale dovrà interrogare la madre, e stabilire se questa voglia mantenere ancora l’anonimato oppure voglia svelare la propria identità. Inoltre questa legge va ad intervenire anche per quei casi avvenuti in epoca precedente alla sua entrata in vigore: entro un anno dalla sua attuazione definitiva, la donna che ha partorito può decidere di recarsi presso il Tribunale e assicurarsi che la sua identità non sia mai svelata. In questo caso quest’ultimo può svelare, al figlio che ne abbia fatto richiesta, solo informazioni relative alla salute del genitore, negandogli la possibilità di accedere ad altri tipi di informazioni.

Si tratta di un provvedimento importante, che va a riempire un vuoto legislativo grave: infatti prima di questa riforma, il tema non era mai stato affrontato in modo uniforme, ma solo con leggi provvisorie che invece di portare chiarezza, spesso, avevano determinato una maggiore incertezza legislativa.

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