Dal 2011 la Libia non ha conosciuto più un periodo di serenità; la caduta del dittatore Muhammar Gheddafi ha permesso a diverse forze di lottare per conquistare la leadership nell’ex colonia italiana, dando scena ad una sanguinosa ed estenuante guerra civile. Adesso però, i libici sperano in una nuova alba per il loro Paese: ieri sera la maggioranza del Congresso di Tripoli ha infatti dichiarato il proprio appoggio al governo del premier designato Fayez Sarraj e il conseguente scioglimento del proprio organismo. Sarraj ha inoltre ottenuto il consenso dalla compagnia di Stato per il petrolio e della Banca centrale, due appoggi decisivi.
Sostenuto dalle Nazioni Unite, Sarraj è l’uomo intorno a cui la Libia spera di poter costruire un nuovo e pacifico futuro. Resta però il nodo legato al Parlamento di Tobruk, che ha respinto le sanzioni Onu e non ha ancora dato il suo benestare all’insediamento di Saraj come nuovo presidente, osteggiato da Abdullah al-Thinni. Le altre forze planetarie intanto stanno man mano riaprendo le proprie ambasciate sul territorio libico: a dare il via a queste riaperture è stata la Tunisia, mentre la Francia ha annunciato di volerlo fare nel minor tempo possibile. Anche l’Italia è in prima linea sul fronte diplomatico, per cercare di instaurare un dialogo duraturo con la Libia e il suo nuovo governo.