Undici delle 1009 persone intervistate sono convinte che Buzz Lightyear sia stato il primo a mettere piede sulla Luna. Non solo il personaggio del film Toy Story, ma anche Louis Armstrong viene citato nello studio: otto dei partecipanti pensano che il musicista jazz facesse parte dell’equipaggio. Nemmeno i tre quarti hanno risposto correttamente, cioè che Neil Armstrong fu il primo a mettere piede sulla Luna. L’11% degli intervistati pensava che il programma Apollo risalisse agli anni 80, e appena il 68% sapeva che il primo sbarco sulla luna avvenne nel 1969; in totale il 44% ritiene le missioni essere uno spreco di denaro.
L’indagine è stata condotta per E&T magazine, pubblicata dalla Institution of Engineering and Technology, che afferma tramite un comunicato ufficiale “gli allunaggi nelle missioni Apollo sono l’evento di ingegneria più rilevante del genere umano, per cui è profondamente preoccupante che un gran numero di persone pensi che la prima passeggiata sulla luna non sia mai avvenuta e che il rispetto del pubblico per la legittimità della scienza e della tecnologia sembri in declino nel corso del tempo”.
I complottisti hanno evidenziato un certo numero di difetti nelle immagini e filmati delle missioni Apollo come prova che gli atterraggi sulla luna sono stati organizzati “scenograficamente”.
Ad esempio, il movimento della bandiera americana piantata da Neil Armstrong e Buzz Aldrin fu attribuito ad una brezza, quindi alla presenza di aria, che non sarebbe stata possibile sulla luna. La risposta della Nasa fu che la bandiera sventolava un po’ dopo essere stata precedentemente toccata, a causa della quantità di moto residuo dal contatto con gli astronauti, assolutamente non a causa del vento. Le altre contestazioni riguardavano sempre effetti ottici, come le stelle che non compaiono affatto nelle foto, le presunte luci e ombre anomale; tutte erano il risultato della superficie altamente riflettente della Luna o degli obiettivi grandangolari utilizzati dagli astronauti, come ha affermato l’agenzia spaziale.
Altra contestazione venne fata per alcune “lettere” presenti su sassi e terreno che non erano affatto lettere, bensì impurità, peli e polvere presenti sulle stampe e ristampe chimiche che furono prodotto per la documentazione. Un altro punto interrogativo emerse per la mancanza di polvere sollevata dal modulo lunare, che fu stata spiegata dal fatto che lo scarico del razzo dell’imbarcazione rimase puntato lateralmente piuttosto che verso il basso.
Inoltre le pellicole e le telecamere non si sono “sciolte” dal calore, come alcuni cospirazionisti sostengono sarebbe dovuto avvenire, perché erano dovutamente isolate, come i corpi degli astronauti. Mentre la superficie della Luna scalda molto nel mezzogiorno lunare, ogni atterraggio della missione Apollo è stata fatto poco dopo l’alba lunare; consideriamo anche che un “giorno lunare” è di circa 29 giorni terrestri e mezzo.
Durante i soggiorni più lunghi, gli astronauti hanno notato un aumento dei carichi di raffreddamento sulle loro tute spaziali, mentre il sole continuava a salire e la temperatura superficiale è aumentava, ma l’effetto è stato facilmente contrastato dai sistemi di raffreddamento attivi e passivi.
Riguardo le tante ipotesi di complotto, anche quelle riguardanti la trasmissione delle comunicazioni sono state ampiamente confutate.
Per esempio, la teoria del ritardo (delay) nella trasmissione delle comunicazioni che, secondo i complottisti, non hanno mai superato la misura di 0,5 secondi. La risposta ufficiale fu che non è corretto affermare che i ritardi fossero di solo mezzo secondo, come risulta dall’esame dell’esame delle registrazioni originali che dimostra ritardi maggiori perfettamente compatibili con la situazione.
Lo scienziato, professor John Zarnecki, tra gli altri, ha detto che le rocce lunari riportate sulla Terra dagli astronauti delle missioni Apollo sono molto simili a quelle restituite da una serie di sonde sovietiche senza equipaggio che le prelevarono in precedenza dal territorio lunare. L’astronomo Sir Patrick Moore ha affermato, inoltre, di coloro che credono che gli sbarchi lunari siano una bufala: “Se l’ignoranza è beatitudine, devono essere molto felici”.
Una persona su quattro non crede allo sbarco sulla Luna. Recentemente è emerso da uno studio che un quarto dei britannici ritengono che gli atterraggi lunari di Apollo 11 nel 1969, furono una bufala.