Si è sempre pensato che gli unici a rimetterci a causa del forte smog, che purtroppo da anni invade i cieli delle nostre città, siano i polmoni e tutto l’apparato respiratorio.
Un recente studio, invece, portato avanti dai ricercatori del Nico (Neuroscience Insitute Cavalieri Ottolenghi) dell’Università di Torino ha dimostrato che effetti profondamente negativi si possono riscontrare anche sul nostro cervello.
Gli effetti dello smog sul sistema nervoso
Gli studiosi che hanno portato avanti l’analisi sulle conseguenze che l’esposizione alle polveri sottili provoca sul nostro organismo ora non hanno dubbi: l’inquinamento è in grado di ridurre sensibilmente la capacità di rigenerazione delle cellule del nostro sistema nervoso.
Chiunque sia, dunque, in qualche modo esposto continuamente allo smog – pensiamo a chi vive nelle grosse metropoli – corre dei grossissimi rischi a livello salutare. Pare che, in modo particolare, a soffrire dell’inquinamento industriale sia la mielina, quella guaina che isola le nostre fibre nervose. Tale componente, se danneggiato, non riesce più a trasmettere le informazioni fra i neuroni e di conseguenza i danni cerebrali risultano essere per l’essere umano totalmente bloccanti.
La correlazione fra smog e sclerosi multipla
Come già è stato scientificamente provato, la mielina è quella parte del corpo umano che risulta essere danneggiata in presenza della sclerosi multipla ed è proprio per questo che oggi gli studiosi ipotizzano in modo sempre più convinto la possibile relazione che può esserci fra lo smog e la sclerosi multipla stessa.
La ricerca, condotta su campioni animali, cerca di spiegare la connessione fra smog e malattia. Dai risultati pubblicati sulla rivista Neurochemistry International pare proprio che l’esposizione al PM 2.5 blocchi in modo definitivo la riparazione della mielina, impedendo al sistema nervoso di riuscire a ripararsi.
I dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rispecchiano un’amara realtà: 4 milioni di morti premature sono causate ogni anno dall’inquinamento e dall’esposizione “cronica” alle “polveri sottili” a cui alcuni individui sono esposti tutti i giorni. Moltissime di queste morti sono associate anche alla sclerosi multipla.
Gli effettivi meccanismi di attacco ai danni della mielina da parte dello smog sono ancora da chiarire ma le ricerche dei laboratori torinesi fanno accendere una speranza: “sono importanti perché permettono di capire quali fattori possono ostacolarne la riparazione, aggiungendo un tassello nella comprensione dei meccanismi di neurotossicità del Pm” sono le parole di Enrica Beda, la quale ha guidato come docente e ricercatrice il progetto finanziato dalle due grosse realtà AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla ) e FISM (Fondazione Italiana Sclerosi Multipla)