Le bollette della luce e del gas del mercato tutelato subiranno un’impennata già dal primo ottobre. La notizia è stata resa nota dall’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti) che individua i rincari: 2,6% per l’energia e 3,9% per il metano.
I motivi dell’aumento
L’aumento del costo di luce e gas è essenzialmente legato a due fattori: l’andamento stagionale e gli avvenimenti nello scenario internazionale che vedono una diminuzione della produzione di gas olandese e un aumento delle restrizioni legate all’accesso di alcuni gasdotti.
Tutto questo comporta una crescita dei costi di acquisto per l’elettricità il cui risultato finale è dato dalla sommatoria tra la spesa per l’energia e gli oneri generali (che riescono in parte a limitare il rincaro poiché sono diminuiti dello 0,6%).
Il gas naturale subisce altresì un incremento per l’aumento del costo base della materia prima (+ 3,8%) e un aumento dei costi di trasporto (+0,1%).
Lo scenario italiano
Secondo le principali associazioni italiane i rincari andranno a incidere sull’intera popolazione, colpendo in particolar modo le persone over 65.
UE.COOP (Unione Europea Cooperative) afferma che gli aumenti impatteranno in maniera negativa su circa sei italiani su dieci, ossia i pensionati che, ad oggi, rappresentano il 10,9% della popolazione e che hanno un reddito medio annuo molto basso.
Il Codacons ha conteggiato l’aumento: circa 18 euro in più a famiglia (7 euro per l’elettricità e 11 euro per il gas) causate dalla tassazione eccessiva (sulle bollette del gas si paga il 43% di tasse mentre sull’elettricità il 35,6%).
Secondo UNC (Unione Nazionale Consumatori) invece, il rincaro è pari a 52 euro che propone una riduzione dei costi del gas e gli oneri di sistema.
La Coldiretti, infine, analizza la situazione dal punto di vista imprenditoriale evidenziando il fatto che, con i rincari, le imprese si troveranno ad affrontare produzioni sempre più onerose. Soprattutto l’aumento del costo dell’energia ha un effetto negativo duplice perché diminuisce il potere di acquisto delle famiglie e aumenta gli oneri a carico delle imprese agricole ma anche di quelle il cui business è legato alla trasformazione e distribuzione della materia.