NUOVA SPACCATURA IN SENO ALLA UE – L’Europa si spacca nuovamente sul problema dei migranti. Alla riunione di Bruxelles, a cui erano presenti tutti i Ministri degli Interni dei Paesi europei, è arrivato il primo ‘sì’ a un piano per riassegnare i rifugiati che, oramai quotidianamente, arrivano in Italia e in Grecia. Tuttavia, il documento non è stato votato all’unanimità ma solo tramite una ‘maggioranza qualificata’ che ha visto il voto contrario di alcuni Stati dell’Est Europa e della Finlandia. La soluzione trovata, al termine della riunione dei ‘Ventotto’, prevede che vengano ricollocati 120mila profughi e che altri 54mila, inizialmente destinati all’Ungheria, siano accolti da Grecia e Italia (i cosiddetti ‘Paesi di primo approdo’) attraverso dei criteri proporzionali. A margine della riunione sono arrivate anche le dichiarazioni di Angelino Alfano:
“Procedure di infrazione a carico dell’Italia? L’unica procedura che l’UE potrebbe aprire nei nostri confronti sarebbe quella di ringraziamento per quanto abbiamo fatto finora”.
IL ‘NO’ DELL’UNGHERIA – Nonostante questo risultato, a preoccupare la diplomazia europea è il braccio di ferro tra gli Stati che hanno dato il ‘via libera’ al piano e il blocco dei Paesi dell’Est che, invece, si sono detti contrari alla proposta presentata dalla Presidenza di turno della UE. Infatti, se la posizione dell’Ungheria di Viktor Orbán era nota da tempo, ha sorpreso il ‘niet’ espresso da Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e perfino Finlandia. Dal canto suo, il Paese magiaro ha fatto sapere che continueranno i lavori per la costruzione del muro, al fine di impedire nuovi arrivi: proprio un documento firmato dal premier annuncia la creazione di nuove barriere, senza però specificare in quali zone dell’Ungheria. Orbán potrebbe infatti sfruttare a suo favore una risoluzione, contenuta nel documento approvato a Bruxelles, che permette di non accogliere una parte dei profughi assegnati nel caso in cui sussistano ‘motivi eccezionali’ e chiedere così la proroga di un anno.