Il ritrovamento, nella cabina di pilotaggio, della scatola nera principale dell’aereo militare russo precipitato domenica nel Mar Nero con 84 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio, è destinato a contribuire a far luce su quanto accaduto in Russia il giorno di Natale.
A oggi, infatti, i servizi di sicurezza avrebbero quasi escluso la pista dell’attentato, al punto da decidere in via precauzionale la sospensione di tutti i voli di apparecchi simili, in attesa dei risultati dell’inchiesta. Le indagini sembrano concentrarsi quindi nella direzione del guasto tecnico o dell’errore umano. Il registratore di volo individuato è quello che si trova nella cabina di pilotaggio, che si è inabissata a una profondità di 17 metri e a una distanza di oltre un chilometro e mezzo dalla costa. Sarà presto trasportata a Mosca per essere decriptata, mentre le altre due, posizionate in coda, devono ancora essere ritrovate.
Intanto continuano le ricerche dei corpi delle vittime. Migliaia i soccorritori coinvolti. Finora sono stati recuperati una quindicina di corpi, tra cui quello del comandante, ma non si smette di cercare: numerosissimi sono i frammenti di corpi ritrovati a cui bisogna ora dare un volto e un nome.
Il Tupolev Tu-154 era partito da Sochi, nel Mar Nero, ed era diretto alla base militare russa nei pressi di Latakia in Siria. Lo schianto è avvenuto dopo meno di 3 minuti dal decollo. L’aereo era stato costruito nel 1983 ed era stato appena revisionato lo scorso mese di settembre. A bordo vi erano anche 64 membri del Coro dell’Armata Rossa.