Sul web girano delle voci incontrollate secondo cui Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, sarebbe solo un’identità falsa dietro la quale si nasconderebbe Jacob Greenberg: costui, anni fa, venne arrestato dalla polizia in quanto fu trovato in possesso di marijuana che molto probabilmente stava per spacciare. A guardare la foto segnaletica pubblicata dalle forze dell’ordine (in cui Jacob appare con i capelli molto corti) è impossibile non notare una marcata somiglianza con il numero uno di Facebook, che di solito i capelli li porta ricci.
A infittire il mistero ci sarebbe anche la notizia secondo cui Jacob Greenberg potrebbe essere il nipote di David Rockefeller, che assieme ai membri della famiglia Rothschild è famoso per essere legato al governo mondiale tanto temuto dai complottisti.
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Gli stessi complottisti asseriscono, inoltre, che la storia di Facebook fondata dal giovane studente universitario Mark sia solo una montatura per coprire il fatto che i 500 milioni di dollari necessari per la creazione del più grande social network esistente provengano da una banca di proprietà della CIA, l’agenzia di spionaggio statunitense.
E non mancano nemmeno le cospirazioni legate al presunto significato del nome “Zuckerberg“, la cui traduzione in italiano significa letteralmente “montagna di zucchero” (ma sarà vero?), poiché Facebook raccoglie una montagna di dati strettamente riservati sui propri iscritti che possono far fruttare un sacco di soldi, qualcuno ipotizza che si tratti di una particolare parola in codice.
Secondo i complottisti, infatti, anche Bill Gates avrebbe costruito le proprie fortune in maniera simile, essendo nato in una famiglia di miliardari che avrebbe assunto il pieno controllo delle più grandi multinazionali presenti in circolazione.
Onestamente, si tratta di voci che andrebbero prese con le molle, ma se dovessero rivelarsi vere e fondate avremmo a che fare con una delle più grandi cospirazioni mondiali che l’uomo abbia mai orchestrato: il problema più grande, però, è stabilirne l’effettiva attendibilità.