Economia

Maternità: congedo a 6 mesi, un mese per i papà

Il Governo sta pensando alla possibilità di modificare le normative riguardo al cosiddetto congedo di maternità, ossia quel periodo di pausa dal lavoro obbligatorio dovuto alla nascita o all’adozione di un figlio. Attualmente sono previsti 5 mesi per la mamma, gestibili in 1 mese prima della nascita e 4 dopo oppure 2 prima e 3 dopo e 5 giorni per il papà. La proposta del Governo, invece, propone di modificare questo congedo aumentando il periodo da 5 a 6 mesi, i quali saranno ripartiti tra la mamma ed il papà rispettivamente in 80% (5 mesi) e 20% (circa un mese).
Francesca Puglisi, sottosegretaria al Lavoro ha annunciato che un gruppo di lavoro si sta già consultando sull’argomento e le nuove norme potrebbero essere inserite anche a partire dalla prossima legge di Bilancio, a patto che vengano trovate risorse necessarie per la sua attuazione. Secondo la Puglisi è fondamentale ripartire la conciliazione di lavoro e famiglia. La Svezia in questo senso è già molto più avanti che prevede un congedo parentale unico, con un 20% soltanto per il papà.

La sottosegretaria sottolinea anche come le donne, rispetto agli uomini, siano penalizzate nel fare carriera poiché sottoposte ad un maggiore stress familiare. Il provvedimento di modifica del congedo mira a cambiare questa situazione, per fare in modo che la gestione della vita e dei figli sia equamente condivisa da entrambi i genitori. L’ipotesi di aumento del congedo parentale è ancora in una fase iniziale e si sta pensando di utilizzare i fondi europei per il lavoro femminile.

In Italia ancora oggi il divario occupazionale tra donne e uomini è il più ampio d’Europa e si aggira attorno ai 20 punti. Il Governo spera che queste riforme possano aiutare a ridurre questo GAP e spingere le donne verso il mercato del lavoro. Nonostante il periodo moderno, sono ancora tante le donne che abbandonano il lavoro dopo l’arrivo del primo figlio, soprattutto perché non riescono a gestire entrambi gli aspetti e preferiscono sacrificare il “meno peggio”. Aiutare le famiglie con un congedo parentale più equilibrato può aiutare a fermare questo andamento.