Continuano gli attacchi di Matteo Renzi, seppur velati, nei confronti del nuovo Governo e di Giuseppe Conte. A riaccendere la miccia questa volta sono stati gli interventi dell’ex premier, oggi leader di Italia Viva, che dalla Leopolda e dagli schermi TV ha voluto far sentire la sua voce e lanciare qualche messaggio all’attuale presidente del Consiglio. Secondo Renzi, Conte dovrebbe dare subito risposte su temi che sono molto caldi come il Russiagate, gli F35 e la delega ai Servizi Segreti. Se da un lato Matteo Renzi sta rubando gli schermi televisivi, dall’altro Giuseppe Conte preferisce restare in silenzio e non cedere a quelle che potrebbero sembrare delle provocazioni.
A destare preoccupazione nelle frange di Italia Viva è la rinegoziazione sugli F35 che Conte potrebbe avviare con gli Stati Uniti d’America. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera e riguarda la proposta del premier durante l’incontro con il segretario di Stato Mike Pompeo, che avrebbe parlato della revisione del programma. Ma un’altra domanda che Renzi fa a Conte è per quale motivo il ministro della Giustizia Usa William Barr, sia venuto in Italia in gran segreto e avrebbe incontrato il capo della Dis. E a tal proposito l’ex sindaco di Firenze ha invitato il premier a lasciare la delega ai Servizi Segreti a un professionista. Palazo Chigi non ha risposto a nessuna di queste domande, è intervenuto solo sulla questione del Russiagate: “Il presidente chiarirà dapprima nella sede istituzionale appropriata il Copasir, tutta la vicenda e poi chiarirà pubblicamente. Quanto alle indiscrezioni, il presidente non commenta. Il compito dell’intero comparto di intelligence è lavorare con il massimo riserbo e nel rispetto dei vincoli di legge e della sicurezza nazionale. Così si dimostra lo spirito di servizio, non certo alimentando fughe di notizie o frammenti di parziali informazioni sui giornali“.
Intanto, però, il clima di tensione non accenna a calmarsi. Le parole di Renzi hanno chiaramente ricevuto risposta, anche dagli ex alleati PD. A parlare è Andrea Orlando, che ha paragonato gli ultimatum renziani a quelli di Matteo Salvini dal Papeete. Parole a cui hanno subito risposto i renziani, dicendo che si rivolgono al Matteo sbagliato. Il clima di tensione, dunque, non accenna a calmarsi. Se da un lato c’è Renzi che attacca, senza sedersi ai tavoli di governo, dando un anno di vita a quest’esecutivo, dall’altro c’è Di Maio che invita gli alleati a evitare annunci e concentrarsi sui lavori.