La Mers, ovvero la Sindrome Respiratorio mediorientale da coronavirus, continua a mietere vittime: altre due persone sono state infatti contagiate, e nel corso delle ultime ore hanno perso la vita.
In Sud Corea, come nel resto dei paesi medio-orientali, il virus che colpisce l’apparato respiratorio e muscolare sta continuando a diffondersi a gran velocità: sono circa centocinquanta le persone che sono state infettate dal virus, e sedici in totale che hanno perso la vita.
La Mers a tratti presenta dei sintomi tipici della classica influenza: febbre, dolori muscolari e, in alcuni casi, anche diarrea.
Col passare del tempo, i dolori tendono ad acutizzarsi, soprattutto quelli di tipo muscolare: inoltre, il respiro dei pazienti è sempre più affannoso, e per questo motivo è necessario ventilare artificialmente i pazienti.
Il virus per ora si è diffuso solo negli ospedali dove è stato curato: solo due persone, ovvero un autista di un’ambulanza, e una persona che ha aiutato nel trasportare alcune persone malate, sono state colpite dal virus.
Secondo gli ultimi dati, dal 20 maggio scorso sono oltre cinquemila le persone dei paesi medio-orientali che sono state isolate in quarantena, per evitare che il virus potesse diffondersi con una velocità maggiore, e solo quindici sono state curate dopo essersi ammalate di Mers.
Il tasso di mortalità del virus attualmente si attesta sul dieci percento, anche se vi è una forte preoccupazione che questo possa aumentare col passare del tempo.
Forte polemica in Sud Corea, dove le scuole sono state riaperte: malgrado sia stata eseguita una massiccia operazione atta a disinfettare le strutture, molti genitori si rifiutano di far tornare i propri figli a scuola.
Il terrore che i propri figli possano stare a contatto con persone che hanno in incubazione il virus, e quindi che possano ammalarsi, ha scatenato diverse proteste, anche se la decisione di riaprire le scuole pare sia irrevocabile.