Curiosità

Miss Mondo Islam 2014: vince una giovane tunisina

fonte: Agence France-Presse

Ben Guefrache, questo il nome della giovane, 25 anni, che ha fatto sua la quarta edizione della kermesse con cui si elegge la più bella tra le ragazze di fede islamica, è una giovane laureata in ingegneria informatica e ha battuto altre 17 ragazze, che arrivate alla fase finale, svoltasi quest’anno in Indonesia, si sono dovute rassegnare alla sua vittoria.

La vincitrice, subito dopo la proclamazione, ha voluto dedicare la gioia del risultato appena ottenuto ai palestinesi e ai siriani, martoriati da anni a causa di un conflitto interno che ha fatto centinaia di migliaia di morti.
La vincitrice, grazie all’affermazione ottenuta, si è aggiudicata degli oggetti in oro: le sono stati infatti regalati un orologio e un dinaro forgiati col prezioso metallo. Inoltre, Ben Guefrache avrà la possibilità di usufruire di un pellegrinaggio a La Mecca, offerto dagli organizzatori.

Le ragazze che hanno partecipato a questa edizione hanno gareggiato tutte con il caratteristico velo, segno distintivo della religione islamica e i giudici, per stabilire chi quest’anno dovesse aggiudicarsi il titolo, hanno valutato non soltanto l’aspetto esteriore delle partecipanti, ma anche le loro posizioni relativamente alla propria religione nel mondo contemporaneo e la loro capacità nel leggere i passi del libro sacro dell’Islam, ovvero il Corano.

Uno degli organizzatori, nella conferenza stampa con cui si è chiusa la kermesse, ha fatto presente come il concorso miri non solo ad eleggere la miss più bella del mondo islamico, ma anche a capire se le ragazze che vi partecipano hanno una corretta conoscenza e percezione di cosa significhi vivere rispettando i precetti di vita dell’Islam.

Ora le luci si sono abbassate e la giovane informatica tunisina starà sicuramente festeggiando con i propri familiari: gli organizzatori hanno quindi dato appuntamento all’anno prossimo con quello che si avvia a diventare un appuntamento molto seguito nel mondo islamico e che secondo alcuni osservatori si comincia ad affermare come un mezzo per gettare un ponte tra l’Occidente e il mondo islamico, pur nelle differenze sostanziali tra questi due mondi.

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