A Napoli si sono verificati due casi di colera. Mamma e figlio di appena due anni sono residenti a Sant’Arpino e sarebbero da poco rientrati da un periodo in Bangladesh. L’ospedale di Cotugno, dove sono entrambi tenuti in isolamento e costante osservazione, rende noto che la situazione non è preoccupante e completamente sotto controllo. Mamma e figlio sono in condizioni stabili e stazionarie. In Italia questi due rappresentano i primi casi di colera dopo 10 anni, gli ultimi si erano verificati nel 2008. In Europa, invece ogni anno sono decine i casi di colera proveniente dall’estero e importato da chi rientra dai viaggi.
Le condizioni della donna non destano particolari preoccupazioni. Il piccolo invece è stato trasferito all’ospedale Cotugno dopo un breve periodo di ricovero presso l’ospedale pediatrico Santobono. Il bambino ha passato un periodo all’interno del reparto di Rianimazione anche se attualmente è stato dichiarato fuori pericolo di vita, tanto da essere stato trasferito nel reparto dedicato alle malattie infettive.
Il colera è una malattia infettiva acuta che viene provocata da batteri appartenenti alla specie Vibrio cholerae. Ci sono zone del globo dove questa patologia è endemica. La trasmissione avviene attraverso l’ingerimento di acqua o cibo contaminati dal batterio. Per questa ragione gli esperti dichiarano di fare attenzione quando ci si trova in Paesi a rischio. Occorre evitare di bere acqua corrente dai rubinetti, evitare di consumare cibi crudi, sbucciare frutta e verdura personalmente e lavarla con acqua proveniente da bottiglie chiuse. Il contagio attraverso la via oro-fecale è piuttosto raro e difficile in condizioni igieniche e sanitarie normali. L’incubazione può variare da uno fino a cinque giorni e i sintomi iniziali sono diarrea e vomito molto frequenti, i quali possono causare una disidratazione profonda che può potenzialmente portare alla morte dell’individuo. Può essere curata se le condizioni igienico-sanitarie lo consentono, per questa ragione i medici dell’ospedale di Cotugno sono tranquilli e fiduciosi di riuscire a guarire madre e figlio.