Nasa alla ricerca dell’origine della vita con un sottomarino da inviare su una luna di Saturno
Potrebbe succedere tra circa 20 anni, ma se dovesse andare in porto la missione che intende intraprendere la NASA, si potrebbero avere finalmente le risposte che tutti stiamo aspettando da sempre: come è nata la vita sulla terra?
Parliamo di una missione su Titano, una delle lune di Saturno.
Una missione che richiederebbe ingenti somme di denaro e moltissimo tempo, ma che potrebbe portare alla luce, risposte a misteri che ancora adesso devono trovare spiegazioni. La Nasa sta progettando un sottomarino da spedire in orbita, direzione Titano.
La scelta è caduta su questa particolare luna di Saturno, perché è l’unica luna conosciuta ad avere un’atmofera propria. Una luna diversa da come potremmo intenderla noi: ben diverso dal semplice satellite complementare che conosciamo noi, Titano ha una dimensione più grande di quella di Mercurio.
Così’ come la Terra ha un ciclo continuo di acqua, che crea piogge, fiumi e mari, così Titano ce l’ha di metano, che a sua volte crea oceani e vallate di idrocarburi.
Sarebbe come vedere la Terra ai tempi primordiali. Un’immagine di come deve essere stato il nostro Pianeta prima che sbocciasse vita, solamente più freddo.
Il sottomarino, spedito dalla NASA e che impiegherebbe circa 90 giorni per arrivare a destinazione, (grazie ad un sofisticato n generatore termoelettrico a radioisotopi, un futuristico generatore di energia elettrica basato sul decadimento di isotopi radioattivi) sarebbe programmato e controllato a distanza e portato ad immergersi in uno dei tanti mari che ricoprono la superficie di Titano.
Riuscire ad esaminare ed esplorare questi grandi oceani di metano, etano ed idrocarburi, ci porterebbe una passo avanti nella scoperta della nascita della vita sul nostro Pianeta. Il mare prescelto, è il Kraken Sea, il più grande, con una superficie di circa 400 mila chilometri quadrati ed una profondità di circa 200 metri.
La difficoltà della missione, starebbe nel riuscire a contrastare le grosse correnti presenti nel Kraken e nel realizzare un dispositivo in grado di resistere alle frequenti risalite in superficie, necessarie per la trasmissione dei dati registrati. I dati impiegherebbero circa un’ora e mezza di tempo prima di poter raggiungere i geniali computer in dotazione alla NASA; tempo relativo se si pensa alla distanza da percorrere tra noi e Saturno. Il sottomarino della missione, è ora oggetto di studio sia per quanto riguarda le capacità che dovrà acquisire, sia per l’aerodinamicità che dovrà esibire. Lo scopo di questa missione, oltre a chiarire la dinamica della chimica alla base della vita, è quello di realizzare strumenti sottomarini, in grado di lavorare autonomamente e in grado di esplorare mondi sconosciuti, allargando l’utilizzo anche a successive missioni, su altrettanti diversi Pianeti.
La Nasa ha anche prodotto un breve video dimostrativo, visionabile al termine dell’articolo, che spiega con le immagini, il viaggio e l’avventura alla base dell’incarico del sottomarino spaziale.
La riuscita di questa missione, sarà per tutti, un arricchimento culturale ed innovativo; permetterà di condividere le nuove scoperte con i programmi scolastici di tutto il Mondo, implementando la conoscenza di nuovi ambienti finora inesplorati.
La NASA punta, con la costruzione di questo sottomarino, già soprannominato Titans Sub, alla realizzazione di nuovi impianti tecnologici e robotica avanzata, che segneranno un passo avanti verso il progresso terrestre in ambito spaziale.