Una macabra scoperta è stata portata alla luce a Damasak da una delegazione inviata dal nuovo presidente nigeriano, Muhammadu Buhari. La città, situata nello stato di Borno, nel nord-est della Nigeria, e riconquistata nel marzo scorso da una coalizione di forze del Ciad e del Niger, è stata scenario di un brutale massacro da parte dei terroristi jihadisti di Boko Haram.
Circa un mese fa, messi in fuga dall’avanzare della coalizione militare composta da truppe di Ciad, Niger, Nigeria, Camerun e Benin, i membri dell’organizzazione terroristica, il cui nome letteralmente significa “l’istruzione occidentale è proibita”, hanno compiuto un atroce massacro, laddove si era invece pensato ad un sequestro di massa di donne e bambini per farne degli schiavi da rivendere.
I corpi delle vittime dei Boko Haram sono stati ritrovati ovunque, nelle case, nel letto del fiume in secca o lasciati a decomporsi nelle strade. Sono stati in seguito sepolti in una ventina di fosse comuni.
Nel frattempo, continuano i successi dell’esercito nigeriano: nelle ultime ore i media locali hanno fatto sapere che 200 ragazze e 93 donne sono stata liberate dalle atrocità dei fondamentalisti islamisti. Non si tratta comunque delle ragazze del liceo di Chibok, rapite esattamente un anno fa.
Inoltre l’esercito è riuscito a debellare un attacco dei Boko Haram all’isola di Karamga, sul lago Ciad, a confine con Nigeria, Niger, Camerun e Ciad.