Per ridurre gli sprechi alimentari e far in modo che tutte le famiglie possano permettersi di consumare frutta e verdura, la più grande catena di distribuzione alimentare in Canada ha pensato ad un’idea innovativa, per il momento riguardante solo patate e mele, ma che, se avesse successo, potrebbe essere estesa anche ad altri tipologie di frutta e verdura.
Si calcola che ogni anno nel mondo gli scarti alimentari raggiungano il peso di 1,3 miliardi di tonnellate, bastevoli per sfamare l’Africa Sud Sahariana (dati Efsa) e di questi il 75% proviene dal settore ortofrutticolo.
La catena Loblaw ha lanciato la campagna “No Name Naturally Imperfect” e sono oggetto di questa dei prodotti sani, ma dalle forme improbabili, con piccole macchie o di dimensioni ridotte.
Per i consumatori acquistare questa tipologia di prodotti può portare ad un risparmio anche fino al 30% ma senza rinunciare al gusto e alle proprietà nutritive.
Spiega Ian Gordon, vice Presidente della catena alimentare Loblaw, che in realtà una mela con qualche difetto estetico o con qualche macchia, una volta sbucciata non differisce in nulla rispetto ad una mela dalle forme perfette, ma una volta portata sul banco, in pochi la comprano. Questo comportamento porta ad uno spreco alimentare notevole perché, nella migliore delle ipotesi, i contadini la raccolgono per l’industria alimentare, ad esempio per la produzione dei succhi, ma spesso la frutta imperfetta resta sulla pianta, per rientrare nei costi e quindi si trasforma in spreco alimentare.
Se quella frutta fosse però disponibile ad un prezzo inferiore è probabile che molte più persone l’acquisterebbero.
L’esperimento non è nuovo perché anche in Francia c’è stata un’iniziativa simile e ha portato alla catena che lo ha proposto, Intermarché, un aumento del 24% della clientela dopo l’introduzione del progetto “Fruits et legumes moches”, cioè frutta e verdura brutta.
Iniziativa simile è portata avanti anche dall’organizzazione Ugly fruit: la bruttezza salverà il mondo, un movimento internazionale che ha come obiettivo ridurre all’1% gli sprechi alimentari di frutta e verdura.