NUOVO NAUFRAGIO NEL MEDITERRANEO – Una nuova tragedia del mare, avvenuta nelle ultime ore nelle acque del Mediterraneo, contribuisce a rendere ancora più gravi le cifre pubblicate solo alcuni giorni fa dall’UNHCR. Infatti, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, prima ancora che arrivi a conclusione, il 2016 può essere già definito un vero e proprio annus horribilis a causa delle oltre 3.800 vittime (tra morti e dispersi), un dato molto più alto degli anni precedenti. Per questo motivo, assume anche una valenza simbolica l’ennesimo naufragio di un barcone partito dalle coste libiche e che è naufragato dopo poche ore. Stando a quanto si apprende, a bordo vi erano 126 migranti, dei quali solo 29 sono stati tratti in salvo: sarebbero quindi 97, al momento, le persone disperse in mare e per la cui sorte oramai si teme il peggio.
L’IMPOTENZA DELLA MARINA LIBICA – Ayoub Kassem, portavoce della Marina Libica, ha spiegato alla stampa che l’incidente è avvenuto in prossimità delle coste del Paese africano, non lontano dalla città di Tajoura, una vasta oasi costiera situata a est di Tripoli. Inutili, secondo Kassem, sarebbero stati tutti i tentativi di prestare soccorso, nonostante alcune motovedette della Guardia Costiera locale siano intervenute immediatamente; come spesso accade in questi casi, le autorità della Marina hanno ammesso di non avere al momento in dotazione delle navi adatte a queste genere di emergenze e quindi a prestare soccorso in alto mare.
La nuova tragedia va dunque ad aggiungersi a un’altra avvenuta di recente: nel Canale di Sicilia erano state recuperate infatti le salme di 30 persone a seguito del rovesciamento di alcuni piccoli gommoni. In quel caso, tuttavia, le operazioni erano state coordinate dalla Marina Italiana assieme a una nave militare irlandese, limitando così notevolmente il numero delle vittime.