L’ufficialità definitiva arriverà domani, dopo il voto di fiducia previsto alla Camera: le società di calcio saranno chiamate a pagare due “contributi” annuali allo Stato per un totale di 25 milioni di euro.
Il primo riguarda i biglietti dello stadio, ed è stato imposto dalla commissione Giustizia e da quella degli “Affari costituzionali”, mentre il secondo riguarderà la cessione dei diritti televisivi. Allo stato attuale delle cose i diritti tv fruttano alle società circa un miliardo di euro annui. Il 2% di questi introiti verrà utilizzato per pagare le ore di straordinario alle forze di polizia impiegate per la sicurezza fuori dagli impianti. La trattenuta sui biglietti sarà invece del 3%.
L’idea di sfruttare una percentuale dei diritti televisivi da destinare alle forze dell’ordine è partita dal M5S ed è stata presentata alla commissione Giustizia dal deputato Tancredi Turco. In un primo momento era stata proposta una tassa solo sui biglietti, ma una volta compreso che non sarebbe stata sufficiente si è estesa la tassazione anche sugli introiti garantiti dalle televisioni. La cifra che lo Stato spende per le forze dell’ordine durante le domeniche calcistiche ammonta, infatti, a circa 25 milioni di euro, spesa che in tal modo verrebbe interamente coperta direttamente dalle società di calcio. A influire sulla decisione, la mancanza di risorse del Ministero dell’Interno, che inoltre deve fare i conti con la spending review imposta dal Governo e non può più permettersi certe uscite.
Il nuovo esecutivo non ha nascosto una certa soddisfazione, convinto che le Società debbano iniziare a dare il loro contributo aiutando lo Stato in maniera concreta. Le nuove tasse saranno, invece, decisamente meno apprezzate dai sodalizi calcistici, già alle prese con debiti e bilanci precari. Difficile spiegare loro che i costi della sicurezza stavano diventando troppo gravosi per le casse del Ministero dell’Interno. I presidenti dei club, in particolare, si lamentano per il fatto di non essere stati informati né tanto meno interpellati nel corso delle fasi che hanno preceduto la discussione alla Camera. Le società, inoltre, sottolineano il fatto che la compravendita dei diritti è una trattativa privata fra club e televisioni.
Nell’ultimo decennio la spesa per garantire la sicurezza fuori dagli stadi è cresciuta in modo notevole. Senza dimenticare che lo spiegamento di forze di polizia all’ingresso e all’uscita degli stadi è sempre maggiore, con minor concentrazione di vigilanza nel resto delle città. Da ora in poi, dunque, le spese per questo tipo di sicurezza saranno sostenute dalle Società, che pagheranno gli straordinari agli agenti messi a disposizione dallo Stato. Il rischio maggiore, al momento, è che i club aumentino di quel tanto che basta, o forse più, i costi dei biglietti per fare in modo che, alla fine, siano i tifosi a pagare la parte di tassazione prelevata dai tagliandi.
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