É delle ultime ore la notizia di una serie di arresti in provincia di Agrigento in un’azione congiunta da parte della Polizia di Stato di Palermo e di Agrigento nell’ambito di un’indagine antimafia denominata Icaro; dell’operazione si sono occupati i pm Maurizio Scalia, Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli. Il provvedimento è stato emesso dal gip Giangaspare Camerini a carico di tredici persone collegate alla cosca agrigentina e a quella di Porto Empedocle rette rispettivamente da Antonino Iacono e Francesco Messina.
Se da un lato è una novità da accogliere positivamente, dall’altro rappresenta la conferma del sodalizio tra la mafia palermitana e quella agrigentina, accordo che si sperava essere riusciti a concludere. Pesanti le accuse: associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, illegale detenzione di armi, detenzione di sostanze stupefacenti. La Polizia di Stato è riuscita in ogni caso a ricostruire buona parte di quella che sembra essere una vera e propria mappa del pizzo, e di come i vari gruppi mafiosi facevano pressioni, soprattutto in ambito edile, per aggiudicarsi appalti anche importanti, non ultimo quello per la ristrutturazione del rigassificatore di Porto Empedocle. La previsione delle forze dell’ordine è che, sulla scorta di quanto emerso da questa indagine, si riesca in tempi brevi a portare a segno nuovi arresti importanti, sia all’interno delle due famiglie coinvolte finora nelle indagini sia per quanto riguarda la struttura stessa della mafia siciliana.