Parte il divorzio breve. Varrà anche per i procedimenti in corso, rischio ingorgo nei Tribunali
I tempi sono cambiati e con essi anche i sentimenti. Ormai viene da pensare che non esista matrimonio che duri all’eterno, come anche l’amore, e si potrebbe piuttosto giurare “finché avvocato non ci separi”! I divorzi e le separazioni sono ormai all’ordine del giorno e sono quasi diventati una moda da seguire da giovani coppie, ma anche da coppie sposate da tanti anni, quando sembra che la loro vita sia ormai consolidata.
Prima dell’ultimo e recente cambiamento, l’iter del divorzio prevedeva tempi abbastanza lunghi ed estenuanti, e non solo. I costi erano talmente alti, e talora impossibili da affrontare per alcune coppie, che spesso i coniugi in crisi preferivano semplicemente separarsi o addirittura condividere lo stesso spazio domestico pur considerandosi “divisi” , e pur di evitare gli sprechi di tempo e di denaro. Essendo tempi duri per tutti è stata da tempo necessaria una legge che accorciasse l’interminabile tempo necessario a svolgere le pratiche burocratiche prima di poter arrivare al divorzio, accelerando le pendenti situazioni familiari che a volte impedivano ai coniugi di potersi rifare una nuova vita. Ed ecco il primo successo: entra in vigore la riforma con la quale si afferma il divorzio breve. Non è più necessario far trascorrere 3 anni di separazione prima di arrivare al passo conclusivo del divorzio. Basta far trascorrere solo 6 mesi in caso di divorzio consensuale, mentre 12 mesi in caso di divorzio giudiziale. Di conseguenza anche la comunione dei beni viene a sciogliersi se il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o anche quando si sottoscrive la separazione consensuale.
La particolarità di tale riforma è che ha effetto retroattivo: ciò significa che include anche chi ha già intrapreso antecedentemente alla legge il percorso del divorzio. Ma proprio a causa di quest’ultima possibilità si arriva a creare file interminabili rischiando di allungare i tempi, almeno per i primi periodi, e ovviamente anche le risoluzioni ai vari problemi posti in esame. I Tribunali così finiranno ad accumulare le varie richieste che, ovviamente , data la celere possibilità di ottenere il divorzio in minor tempo, aumenteranno di molto. Parecchi legali tranquillizzano sperando si tratti solo dei primi mesi di affanno e di rincorsa a smaltire le pratiche.
Nello stesso tempo si è inserita un ulteriore riforma, detta “divorzio facile“, con la quale gli interessati hanno la possibilità di divorziare direttamente davanti ad un avvocato, o anche due, cioè uno per ciascun coniuge. Addirittura nel caso in cui non ci siano figli anche davanti al Sindaco, in veste di ufficiale dello stato civile, del comune di residenza di uno di essi oppure del Comune presso cui è iscritto o trascritto l’atto di matrimonio, e senza la presenza degli avvocati; il tutto esclude ovviamente l’iter davanti al tribunale. Tutto questo ha logicamente dei vantaggi di tempo, ma soprattutto di denaro perché le uniche spese affrontate dalle parti saranno semplicemente i bolli o le spese dei legali, ponendo il caso che siano presenti. Lo scopo principale per il quale si è arrivati a tali riforme è stato dunque quello di creare uno “snellimento nelle procedure legali” , smistando così la maggior parte delle pratiche di separazione e di divorzio dagli aule dei tribunali agli uffici legali e agli uffici comunali, con la possibilità di alleggerire il lavoro dei Magistrati e soprattutto di smaltire pratiche in giacenza accorciandone i tempi.