Sono più di un miliardo in tutto il Mondo le persone che soffrono di presbiopia. Si tratta infatti di una sorta di non-patologia forse meno nota di altre malattie conclamate dell’occhio (per esempio miopia e astigmatismo), ma non per questo meno frequente.
La presbiopia si contraddistingue perché comporta un offuscamento della vista quando si osserva qualcosa da vicino, per esempio lo smartphone, il monitor di un computer, l’etichetta di un alimento o più semplicemente un libro. La lettura in particolare risulta molto faticosa per chi ne è affetto. Come accennato in precedenza, in realtà la presbiopia non è una malattia. Si tratta più che altro di una caratteristica dell’occhio molto frequente nelle persone in età avanzata; tende infatti a insorgere prevalentemente attorno ai cinquant’anni. Le cause sono da ricercarsi nella ridotta elasticità dei movimenti del cristallino, che col passare degli anni tende a intorpidirsi e a essere meno attivo di un tempo. Anche se non è una malattia, la presbiopia è comunque molto fastidiosa per chi ne soffre, e dunque solitamente viene corretta da un paio di occhiali specifici che consentono all’occhio di mettere a fuoco gli oggetti vicini in maniera corretta e nitida. La buona notizia è che oggi potrebbe non esserci più bisogno di utilizzare degli occhiali.
È di qualche giorno fa, infatti, la notizia che la scienza avrebbe trovato una soluzione per correggere la presbiopia: responsabile di questo piccolo miracolo dell’ottica moderna sarebbe una sorta di micro dispositivo che risponde al nome di “Kamra“. Una volta impiantato all’interno dell’occhio (ossia della cornea), il Kamra – la cui forma è simile a quella di un anello – permetterebbe ai presbiti di mettere a fuoco come un tempo. Per impiantare il dispositivo sarebbe sufficiente una breve e semplice operazione chirurgica da effettuare presso studi medici specializzati in interventi agli occhi; l’intervento prevedrebbe la sola anestesia locale e non dovrebbe durare più di quindici minuti in tutto. Questa straordinaria innovazione è stata annunciata dal dottor John Vukich, oftalmologo presso l’università del Wisconsin a Madison. Attualmente il dispositivo è sotto la lente di controllo dell’ente americano “Food and Drug Administration“, cui spetterà il compito di approvarlo in via definitiva, anche se in molte nazioni è già possibile procedere all’operazione presso alcune cliniche private. Karma non misura nemmeno quattro millimetri di diametro ed è caratterizzato da un foro centrale che può essere paragonato all’obiettivo di una macchina fotografica, poiché può allungarsi o accorciarsi in base alla distanza da cui si osserva.
Stando ai test effettuati di recente nei laboratori clinici, Karma ha risolto il problema della presbiopia nell’83% dei casi; un ottimo risultato se si considera che queste persone non saranno più costrette a utilizzare gli occhiali ogni volta che vorranno vedere bene da vicino.