Il preparato team internazionale di studiosi a capo del “Progetto Genoma Umano” ha aggiunto un’altra, importantissima pubblicazione alle precedenti, inserita online, all’interno della rivista scientifica “Nature“: la cosiddetta “mappa delle malattie”.
Si tratta, più nello specifico, di una mappa “genetica” delle malattie, poichè protagoniste sono le attività che svolgono i nostri geni. In base a queste diverse attività genetiche, il nostro corpo può andare incontro a malattie come il diabete, il cancro, l’ipertensione, l’artrite e l’Alzheimer.
Gli scienziati del progetto hanno proposto il tutto con un’avvincente, esemplificativa metafora: i geni sono come un’orchestra, che con le loro attività compongono una “sinfonia” che altro non sarebbe che la formazione, all’interno del corpo umano, di questa o quella malattia. I direttori di questa particolare orchestra, spiegano i genetisti, sono le cellule, che con particolari meccanismi attivano le azioni dei geni stessi.
Questi geni si trovano assimilati in gruppi e ce ne sono di tantissime tipologie, dato che cambiano da tipo di cellula a tipo di cellula, ma non solo, sono diversi anche a differenza che la cellula in questione sia una cellula sana o malata. In fondo, ogni orchestra che si rispetti può eseguire le stesso brano musicale in una miriade di modi differenti, e così accade anche per i geni.
Nello studio di ben 111 “epigenomi”, come ci informa “Nature”, provenienti non solo da tessuti sani, ma anche da tessuti malati, particolare attenzione è stata data ai rocchetti proteici, formati da proteine chiamate “istoni”, che circondano la doppia elica del nostro DNA. Sarebbero proprio questi, infatti, a “decidere” di volta in volta quando un determinato gene è attivo oppure non lo è, e questo, come detto sopra, a secondo del tipo di cellula.
Si legge sempre su “Nature” a commento di questa pubblicazione, facendo sua la già usata metafora musicale, che questo sistema, all’interno delle nostre cellule, è talmente complicato ma nello stesso tempo ben congegnato che è “proprio come una sinfonia di Beethoven”