Sono trascorsi solo cinque anni da quando i non ancora trentenni Kevin Systrom e Mike Krieger creano Instagram. Semplice, facile, intuitiva: l’App permette agli utenti di scattare foto, modificarle con filtri e condividerle con gli altri utenti e con numerosi social network. Inizialmente disponibile solo su iOS, dal 2012 entra nel mondo Android mantenendo il classico formato fotografico quadrato che ha il sapore un po’ retro delle vecchie foto polaroid.
È una crescita esponenziale: 1 milione di download nel dicembre 2010 a solo 6 mesi dalla pubblicazione sull’App Store, 5 milioni sei mesi dopo. In meno di un anno si raggiungono i 10 milioni di utilizzatori che diventano 25 milioni a marzo 2012. Non stupisce il fatto che il lungimirante Zuckerberg, fra i cinque creatori di Facebook in una stanza del dormitorio di Haward, acquisisca Instagram nell’aprile 2012. Gli aggiornamenti rendono Instagram sempre più accattivante: hastag, video e nuovi filtri ne consolidano il successo. Nel settembre 2013 sono 150 milioni gli utenti attivi ogni mese. E sempre più aziende con i loro brand e i personaggi pubblici decidono di farne parte. È un metro di giudizio per la popolarità: il numero dei followers accresce fama e successo.
Il sorpasso di Instagram su Twitter, fermo a 316 milioni di utenti, comunicato solo pochi giorni fa, riporta la data di dicembre 2014, con una forbice consolidatasi negli ultimi mesi. 400 milioni di utenti attivi al mese, 80 milioni di foto condivise e 3.5 miliardi di likes giornalieri, piazzano Instagram al 3° posto nella classifica dei social media mondiali, dove Facebook fa da padrone e a seguire, con medaglia d’argento, l’app con gli occhi a mandorla QZone che consente di scrivere blog, un diario, ascoltare musica e inviare foto.
Nel villaggio globale, dove basta un semplice click per collegare utenti a migliaia a chilometri di distanza dall’altra parte del pianeta, la sfida continua.