Il “Comitato Tecnico Scientifico” sceglie di ridurre il periodo di quarantena da 14 a 10 giorni e con un unico tampone negativo per terminare l’isolamento. I positivi sintomatici potranno uscire dalla quarantena dopo 3 giorni privi di sintomi ed un tampone negativo, gli asintomatici che non riescono ad ottenere un tampone negativo, invece, potranno terminare l’isolamento dopo 21 giorni.
Se si sarà entrati in contatto con un positivo ci si dovrà mettere in quarantena fiduciaria per 10 giorni e poi, dopo aver avuto l’esito negativo di un tampone, si potrà tornare alla normalità. Le nuove regole chieste dal Ministro della Salute Roberto Speranza saranno emanate per cercare di sveltire le procedure ed alleggerire le diagnosi per il Covid-19, messe a dura prova dalla mole di tamponi da processare ogni giorno. A questo serviranno anche i test rapidi, da impiegare negli studi di pediatri, medici di base e nelle scuole. Questi, infatti, permetteranno di avere il risultato in tempi brevissimi, alleggerendo quindi i laboratori.
Secondo la statistica, 3/4 degli attuali contagi avviene in ambienti familiari, perché in quei contesti ci si sente al sicuro, si abbassa la guardia, si toglie la mascherina ed il virus trova terreno fertile. Per questa ragione, nel nuovo DPCM saranno previsti molto probabilmente dei limiti alle feste private, oltre a venire vietati gli assembramenti all’esterno di locali, bar e ristoranti. Sport amatoriali di contatto ed attività dei bambini saranno vietati, a meno che non si tratti di sport individuali.
Governo e CTS escludono la possibilità di un lockdown nazionale, anche se viene lasciata la possibilità alle Regioni di agire autonomamente su norme più restrittive pur non potendo assolutamente proporre chiusure territoriali.
Il Premier Conte annuncia che per le scuole saranno previsti almeno 5 milioni di test antigenici rapidi ed altrettanti saranno forniti agli studi medici. Nel Lazio da lunedì saranno raddoppiati i drive-in per aumentare la diagnostica e favorire il tracciamento dei contagi. Per quanto riguarda la disponibilità dei reagenti, il commissario Arcuri sembra aver risolto da diversi mesi la problematica anche se il Ministro della Salute ammette di dover lavorare ancora su questa strada per aumentare ancora di più il numero di test giornalieri, anche se è già stato fatto tanto. A marzo e ad aprile, infatti, erano effettuati circa 30mila tamponi ogni giorno, mentre oggi si arriva ad una media di 130mila.